Si è spenta questa mattina nella sua casa di Trastevere, la pittrice Eva Fischer. Yugoslava, ma naturalizzata italiana, Eva Fischer viveva a Roma dalla fine della seconda Guerra mondiale, dopo numerosi giri non poco travagliati.

Dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Lione, Eva raggiunse i suoi familiari a Belgrado giusto in tempo per i primi bombardamenti. Costretta a fuggire, fu internata con la madre ed il fratello nel campo di Vallegrande, nell’isola di Curzola.

Da qui riparò a Bologna, dove sotto falso nome fu esponente attiva della lotta partigiana: è stata infatti tra i soci onorari dell’Anpi. La guerra l’ha privata di più di trenta fra i suoi familiari, tra cui il padre Leopoldo, rabbino capo e talmudista deportato dai nazisti.

L’orrore della guerra e la perdita dei suoi cari segnò profondamente l’artista, che iniziò a produrre opere, veicolo per comunicare con l’esterno; opere che la donna mantenne segrete fino al 1989 perfino ai suoi familiari e che rappresentano un toccante e personale diario sulla Shoah.

A guerra finita Eva scelse Roma come città d’adozione ma la sua fu una vita di brevi migrazioni: Parigi, Madrid, Gerusalemme, Londra. Nella Capitale fu subito accolta nel gruppo di Via Margutta, dove divenne amica di Amerigo Tot, Mafai, Guttuso e Capogrossi. Di quel periodo ricordava le lunghe passeggiate con Cagli e De Chirico, di quando Dalì si innamorò dei suoi mercati ed Ehrenburg scrisse sulle sue “umili e orgogliose biciclette”.
Numerose e prestigiose le sue conoscenze, da Picasso a Visconti, da Chagall a  Juana Mordò, di cui fu fretquentatrice assidua del suo atellier.

Nominata Artista della Comunità Europea nei primi anni ’80, è stata la prima donna ed il primo pittore ad esporre al Museo di Belle Arti di Osaka. Ha tenuto personali allo Yad Vashem di Gerusalemme e in prestigiose sedi espositive ad Atene, Londra e Amsterdam.
La carriera artistica di Eva Fischer è stata costellata da scambi ed amicizie con artisti e letterati del suo tempo, fra i quali va ricordato anche il lungo sodalizio con Ennio Morricone, che tradusse l’emozione dei suoi cromatismi pittorici nelle magiche note di brani indimenticabili scritti per lei.

Complessivamente, tra oli, incisioni, disegni, litografie, Eva Fischer ha realizzato quasi mille lavori, compresi quattro francobolli italiani e le vetrate del Museo Ebraico di Roma. L’ultimo dipinto è del 2007: una tela di 2 metri per 1,40 della serie Scuole di ballo.

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ultimo aggiornamento: 07-07-2015