La Gioconda, ovvero Monna Lisa, protagonista del più celebre dipinto di Leonardo Da Vinci, era – vi è quasi la certezza – Lisa Gherardini, sposa del facoltoso mercante di seta Francesco Del Giocondo. Adesso, con “altissima probabilità”, stando a quanto dice Silvano Viceti, coordinatore del comitato per la valorizzazione dei beni storici e culturali, si sono recuperati anche i suoi resti. La tomba della Gioconda è stata trovata.

I resti sono stati scovati dal team di cui Silvano Vinceti è a capo nella cripta del convento di Sant’Orsola a Firenze. Resti di tibia e di femore, che sono stati datati col carbonio 14 a una data compatibile con quella della morte di Monna Lisa, nel 1542. Ovviamente, non si può parlare di certezze, ma se Vinceti si sbilancia fino a dire che c’è una “altissima probabilità” che i resti siano proprio i suoi, c’è da prenderlo sul serio.

Il lavoro si è basato su fonti storiche della disposizione delle sepolture del convento, che hanno portato a individuare la zona e da lì i frammenti di ossa. Ora si potrebbe fare il test del dna con i reperti ossei dei due figli di Lisa, se non fosse che furono gravemente danneggiati dalle alluvioni che colpirono Firenze decenni fa e che quindi rendono impossibile riuscire nell’operazione.

Passano gli anni, e il mistero della Gioconda si va piano piano risolvendo. A meno che non abbia ragione Carla Glori, che nel 2012 portò nuovi dubbi asserendo come la vera identità della Gioconda fosse quella di Bianca Giovanna Sforza. Eppure, secondo Vinceti, “C’è una convergenza di tutta una serie di elementi che partono dall’archeologia, dall’esame stratigrafico e da tutti i documenti storici che abbiamo visto”.

Che poi il vero mistero è il fascino che la Gioconda esercita su chi osserva il dipinto che la ritrae, e che, su Libero, Giordano Teodoldi descrive così: “Madre, madonna, sposa, eppure ambigua, allusiva e maliziosa, immagine cangiante e inafferrabile, pudica e sfacciata, lieta e malinconica, semplice e tormentosa. La Gioconda è l’opera che più di ogni altra ha messo in crisi il concetto del significato in arte. Non è un semplice ritratto, perché i ritratti non ipnotizzano l’osservatore come fa la Gioconda, e non creano quella contagiosa, fanatica inquietudine”.

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ultimo aggiornamento: 25-09-2015