Neapolis l’antica città artemillenaria nata dalle ceneri di una sirena. Come visitarla oggi se non inoltrandoci tra i siti d’arte più misteriosi? La sirena partenope, Virgilio, Dioniso, Mitra, la Sibilla, sono solo alcuni dei personaggi che hanno segnato la storia leggendaria di Napoli. Le tracce del loro passaggio sono legate ai siti artistici ed archeologici della città da scoprire in un tour alla ricerca dell’identità più misteriosa. Ve ne suggerisco cinque, ma non finisce qui:

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Cappella di San Severo: la famosa cappella annessa all’ormai sconsacrata Chiesa di S.M. della Pietà apparteneva al Principe Raimondo De Sangro, alchimista e scienziato. Esempio del barocco napoletano, decorato con somme opere d’arte come il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, nella sala della Resurrezione e dell’Immortalità il principe ha collocato le sue “macchine anatomiche”, frutto degli studi sull’alchimia. La leggenda vuole che gli scheletri, di cui sono visibili organi e sistemi capillari e venosi, siano reali e appartengano ad una cameriera e ad un servo di cui il principe si vendicò.

Antro della Sibilla cumana: dobbiamo spostarci qualche km da Napoli ed arrivare nei Campi Flegrei nel Parco Archeologico dell’Antica Cuma. Qui, dove sorgeva la prima colonia greca occidentale del VIII sec. a. C. c’è l’antro della Sibilla, l’oracolo di cui parla Virgilio nel IV canto. L’eternità delle sue profezie non sembra essere solo una leggenda: lungo il corridoio trapezoidale dove echeggiava la sua voce si ha l’impressione di imbatterci all’interno di un viaggio parallelo e interiore, idealmente collegato al Lago d’Averno, l’ingresso degli Inferi.

Crypta Neapolitana: un altro tunnel legato alle misteriose capacità magiche di Virgilio. E’ una grotta tufacea di 1 km che collega Mergellina con i Campi Flegrei. Il mistero è legato alla sua nascita: gli archeologi che la fanno risalire all’età augustea la legano al lavoro di 100 mila schiavi, ma la leggenda narra che Virgilio, con l’aiuto degli spiriti da lui invocati, sia riuscito in una sola notte a scavare la grotta per tracciare i nuovi confini della città.

Castel dell’Ovo: Virgilio torna protagonista dei misteri. Questa volta legato al castello più antico della città che sorge sull’isola di Megaride a Mergellina. Visitando le sale di questa fortezza a strapiombo sul mare, modificata da Angioini e Aragonesi, provate a trovare la stanza dove si cela una bottiglia contenente un uovo. Questo simbolo di fertilità e rinascita è stato infatti posto da Virgilio in una caraffa e tenuto ben nascosto lontano da occhi indiscreti e maldestri. Dall’uovo infatti sarebbe dipesa la longevità della città.

Catacombe di San Gennaro: il santo patrono preso il posto di Virgilio, diventa il personaggio storico più ammirato e quindi anche più leggendario. Lontano dal duomo a lui dedicato, le catacombe a Capodimonte dove in epoca greco-romana furono posti i suoi resti, contengono anche uno degli elementi più enigmatici: una stele dalla dubbia provenienza. L’iscrizione sembra ebraica, ma il nome del dio pagano Priapo, dio fallico della fertilità ha confuso gli animi religiosi. Varie le ipotesi: che appartenesse al popolo sotterraneo dei Cimmeri, che fosse di una popolazione arcaica dedita al culto delle sirene matriarche, o che fosse stata portata nelle catacombe per indicare la presenza di una confraternita segreta.

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ultimo aggiornamento: 05-10-2015