[blogo-gallery id=”130833″ layout=”photostory” title=”Balthus Roma” slug=”balthus-roma” id=”130833″ total_images=”7″ photo=”0,1,2,3,4,5,6″]

Alle Scuderie del Quirinale si inaugura il 24 ottobre fino al 31 gennaio 2016, la mostra su Balthus; lo stesso giorno all‘Accademia di Francia, Villa Medici Balthus si fa itinerante in una doppia esposizione: da una parte le opere dell’artista provenienti dalle istituzioni museali di tutto il mondo pubbliche e private, dall’altra l'”Atelier” di Villa Medici, per conoscere i “retroscena” della pittura dell’amato, ma anche discusso artista. Qui, dove Balthus fu direttore per 6 anni (dal 1961 al 1967) ci avvicineremo ai metodi di lavoro, come l’uso della fotografia e dei modelli per il ritorno oggettivo alla figurazione.

Non ci saranno gli amati gatti che lo attorniavano durante il suo lavoro e le giornate intense di studio, nè la stessa “luce del nord”, ma non sarà difficile nelle mostre capire la ricerca che ha mosso Balthus per tutta l’ attività creativa: dal 1926 in poi, anno in cui arrivò in Italia, Piero della Francesca e Masaccio furono determinanti per capire ed esprimere la contemporaneità. Balthus si inserì tra le fila degli artisti che contrariamente all’avanguardia esprimevano i “meccanismi della società” tramite la rappresentazione oggettiva del reale, così come Derain, De Chirico, Giacometti e Henry Rousseau.

Nonostante un dipinto come La Strada del ’33 dalla resa volumetrica e armonia tipicamente rinascimentale, lo sguardo critico di Balthus non è per questo meno tagliente. I suoi soggetti senza tempo, fissi, ancorati al loro mondo, e le scene erotiche di cui pervade i dipinti, come la Camera del ’52, non fanno che disturbare i “benpensanti” di ieri e spesso, di oggi. 200 opere alle Scuderie del Quirinale e Villa Medici tra cui I ragazzi Blanchard del ’37 e la Falena del’59 in cui Balthus ci sospinge in un momento senza tempo, sognante.

Le giovani donne di Balthus pensierose, assorte, e non comunicanti con il mondo circostante, che hanno scandalizzato per le loro pose vagamente erotiche, chiuse in interni domestici come nel dipinto la Pazienza del ’43, non fanno che aumentare l’enigmaticità. Una giovane giapponese durante gli anni a Villa Medici fa da modella per La stanza turca, del ’65, de La giovane giapponese con uno specchio nero del ’67 e la versione della ragazza con il tavolo rosso dello stesso anno; si chiama Setsuko Ideta e di lì a poco diventò sua moglie. Qui lo stile dell’artista si fa ancora più essenziale, da stampa orientale. In mostra ci saranno anche le illustrazioni che Balthus ha realizzato per il romanzo Cime Tempestose di Emily Bronte nel ’33 e per Alice nel Paese delle Meraviglie di Carrol.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 21-10-2015