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Il luogo per la mostra che sarà inaugurata il 2 marzo a Milano è la Banca Generali Private Banking (p.zza S. Alessandro), l’artista colui che è soprannominato da tutti il “Bansky asiatico”: Farhan Siki. Traces non è una mostra “fuori-luogo”, ma una mostra ad hoc, creata appositamente per questa sede. Dai suoi esordi nel 2000 ad oggi lo street artist che usa stencil, spray e adesivi sarà in mostra fino al 30 settembre con opere inedite e capovolgendo come d’abitudine le icone della cultura occidentale.

Brand famosi, personaggi della storia politica, insegne stradali e star del cinema, ma anche opere d’arte (dall’Ultima Cena all’Uomo Vitruviano di Leonardo, da Adamo ed Eva di Michelangelo all’arte Bahaus) sono reinterpretate da Farhan Siki attraverso un linguaggio accattivante e sintetico. Se la pop art fa da ponte al suo stile energico ed esplosivo, non possiamo che riconoscervi lo stesso slancio degli artisti che agli inizi degli anni ’80 hanno cercato di opporsi a qualsiasi sistema economico, come Basquiat e leggervi un’interpretazione amara della realtà.

Nella sua critica al capitalismo, alle fascinazioni della cultura occidentale per modelli culturali e materiali trasformati in merce, Farhan Siki affianca ad opere antiche e contemporanee come i “pois” di Damien Hirst e i fiori di Takashi Murakami o le stampe dei più importanti brand di moda per opere d’arte nuove e precarie, transitorie e seducente come uno spot.

Foto| clponline

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ultimo aggiornamento: 07-02-2016