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Alla Reggia di Caserta i sindacati sono sul piede di guerra. Contro il neodirettore Mauro Felicori, accusato di ‘lavorare troppo’: infatti resta in ufficio anche di sera e non torna a casa nemmeno nel weekend.

Insomma, restando fuori orario all’interno dell’edificio a detta loro mette “a rischio l’intera struttura”. Ecco uno stralcio della missiva accusatoria, indirizzata al ministro della Cultura Dario Franceschini, al segretario generale del ministero dei Beni Culturali e ai responsabili della Direzione generale dei musei Giampaolo D’Andrea, Antonia Pasqua Recchia e Ugo Soragni.

“Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura”

Ma il premier Matteo Renzi si è schierato con Felicori, anche perchè i visitatori solo a febbraio 2016 sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015:

"Questo direttore lavora troppo. Così non va". Questo il grido d'allarme lanciato contro il nuovo direttore della Reggia…

Pubblicato da Matteo Renzi su Venerdì 4 marzo 2016

“Questo direttore lavora troppo. Così non va”. Questo il grido d’allarme lanciato contro il nuovo direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori. L’accusa sembra ridicola, in effetti lo è. I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita! La Reggia di Caserta è un luogo meraviglioso, ad appena un’ora di treno da Roma Termini. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui. Non è un caso se a febbraio 2016 i visitatori sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 e gli incassi aumentati del 105%. Quando ho visitato la Reggia ho detto chiaramente che noi credevamo in questo luogo pazzesco e che faremo di tutto perché gli italiani e gli stranieri tornino a visitarla. il direttore sta facendo semplicemente il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura. Il vento è cambiato. Viva la cultura, viva l’Italia che si impegna.

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ultimo aggiornamento: 04-03-2016