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La guerra non ha sesso, età, religione. Quando scoppia, coinvolge e devasta tutti, indistintamente. Dal punto di vista della rappresentazione della guerra, però, si tende ad associare la figura del fotoreporter ad un soggetto maschile, impavido, temerario, uomo. Robert Capa, un nome tra tanti, è il primo personaggio a cui si pensa quando si pensa a chi immortala il conflitto. Pochi sanno però che Capa andò nelle situazioni belliche in compagnia della sua compagna, Gerda Taro, fotoreporter anche lei.

Tutto questo per dire che molte volte in prima linea a scattare ci sono moltissime donne che superano ogni paura per riportare – un tempo in pellicola, oggi prevale per lo più il  digitale – scene che i nostri occhi non possono e non vogliono guardare.

E’ questo il motivo per cui a Torino, a Palazzo Madama, è stata allestita una mostra fotografica intitolata “In prima linea – Donne reporter in zone di guerra”, curata da Andreja Restek, fotoreporter di guerra croata, ma torinese di adozione. La mostra è composta da 70 immagini scattate da 14 giovani donne fotoreporter che lavorano per le maggiori testate internazionali e che provengono da diverse nazioni: Italia, Egitto, Usa, Croazia, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Spagna. “La mostra nasce quasi un anno fa per contrastare l’idea che il fotogiornalismo di guerra sia una cosa da uomini. Ho un sacco di colleghe bravissime che lo fanno”.

Oltre agli ascatti della Restek, a Torino si potranno ammirare quelli di Iana Zeyneb Alhindawi, Alison Baskerville, Matilde Gattoni, Jody Hilton, Monique Jacques, Shelly Kittleson, Maysun e Annabell Van Den Berghe. Molti gli scatti in mostra che raccontano il conflitto siriano, una guerra tra le più dure, attraverso la macchina fotografica di Maysun, fotografa spagnola di origine palestinese.

La mostra termina il 13 novembre.

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ultimo aggiornamento: 10-10-2016