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Se il mondo ha potuto conoscere ed apprezzarne il talento è per merito di un documentario, “Finding  Vivian Maier”, di John Maloof e Charlie Siskel, dove si racconta la storia eccezionale di una delle fotografe più talentuose del Novecento, scoperta purtroppo solo post mortem.

Per ammirare dal vivo gli scatti di Vivian Maier, una delle più importanti street photographer del Ventesimo Secolo, inaugura oggi la mostra “Where streets have no names”, presso 10b photography gallery di Roma, dal 4 novembre al 5 gennaio 2017.

La mostra raccoglie più di trenta immagini della fotografa americana, considerata oggi alla stregua di nomi celebri come Diane Arbus o Robert Frank; eppure quella di Maier fu solo passione e mai professione vera e propria, visto che la donna di origini francesi era principalmente una tata.

Gli scatti di Vivian Maier ritraggono soprattutto ceti sociali di ogni gradino, scatti presi il più delle volte di nascosto tramite la sua inseparabile Rolleiflex e mai sviluppati. L’opera di Maier è stata infatti scoperta solo nel 2009, quando l’ agente immobiliare John Maloof acquistò ad un’asta di Chicago una scatola, per 380 dollari, che conteneva oltre centomila rullini e negativi. Nel corso di cinque decenni, Vivian Maier ha esposto oltre 2.000 rotoli di pellicola, 3.000 stampe e più di 100.000 negativi, la maggior parte scattati con la sua Roleiflex a Chicago e New York City e mai condivise con nessuno. Le sue fotografie in bianco e nero offrono uno delle finestre più affascinanti nella vita americana della seconda metà del ventesimo secolo.

Credits |  Vivian Maier et le Champsaur, Fondo John Maloof

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ultimo aggiornamento: 04-11-2016