Quando si visita una città come New York, nell’itinerario non può mancare il momento “Arte e Cultura”. La sottoscritta, nel suo terzo viaggio nella Grande Mela, ancora non aveva visitato uno dei musei più importanti della città: il Solomon R. Guggenheim Museum. Subito corsa ai rimedi, ecco il mini reportage di una (mezza) giornata al Guggenheim.
La storia
Innanzitutto, quello che affascina guardando le foto di questo edificio è la sua struttura: una vera opera d’arte che custodisce al suo interno tanti altri capolavori. Ideato da Frank Lloyd Wright, l’edificio è un susseguirsi di forme geometriche – principalmente triangoli e cerchi – elementi che richiamano ad un simbolismo a cui l’architetto era rimasto affascinato. Se dall’esterno la struttura sembra un nastro che si avvolge su se stesso, all’interno è una spirale capovolta che dà la sensazione di una Torre di Babele o Ziggurat rovesciato, al punto che lo stesso Wright la denominò Taruggiz. Per questo motivo, le opere esposte – quelle permanenti e le esposizioni temporanee- si visitano dall’alto verso il basso, in un percorso insolito.
Prima di entrare, tuttavia, un elemento che dà subito all’occhio è l’eccessivo numero di bancarelle di gadget e souvenir, a tema Guggenheim ma non solo, e di carrettini di hot dog e gelati che circondano l’intero perimetro dell’edificio. Ci si sente un po’ come Gesù quando arriva al Tempio e trova tutti i mercanti intenti a vendere cianfrusaglie. Non fatevi ingannare dalla golosità, altrimenti potrete pagare un cono gelato 8 dollari. Pazientate e prendetevelo da un’altra parte, qualche chilometro più distante: sarà più gustoso ma soprattutto economico.
Come si arriva
Il Solomon R. Guggenheim Museum è raggiungibile con i mezzi pubblici (metropolitana 4, 5, o 6 – fermata 86th St oppure bus M1, M2, M3, M4). E’ aperto dal lunedì al mercoledì e da venerdì a domenica dalle 10 alle 17.45 (chiuso quindi il giovedì). Il sabato è aperto dalle 10 alle 19.45, ma dalle 17:45 in poi è a offerta, ovvero pay what you wish.
I biglietti
Rispetto a qualche anno fa, il prezzo del biglietto di ingresso al museo è aumentato notevolmente: 25 dollari per gli “Adults”, che comprende l’audioguida multimediale anche in italiano. Così si può passeggiare ascoltando i principali cenni storici sull’edificio e il periodo storico, mentre le schede delle opere (c’è Georges Braque, Paul Cézanne, Marc Chagall, Edgar Degas, Paul Gauguin, Vasily Kandinsky, Edouard Manet, Joan Mirò, Piet Mondrian, Pablo Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Georges-Pierre Seurat ed Henri de Toulouse-Lautrec) sono principalmente testi in inglese. Qualche audio si trova sulle principali opere, come Chagall o Modigliani. Il ridotto costa 18 dollari – vale per gli studenti soprattutto – mentre fino a 12 anni è gratis l’ingresso.
Caos e movimento
Quello che vi stupirà all’ingresso del Guggenheim – così come all’ingresso in qualsiasi museo negli Stati Uniti – è il caos. Dimenticate il religioso silenzio che trovate nei musei in Italia: negli Stati Uniti predomina il sonoro. Tutti parlano ad alta voce, commentano le opere ad alta voce, si può anche parlare a telefono e fare foto a pochi centimetri di distanza dalle opere. Il tutto viene poi alimentato dalle urla gioiose dei bambini, che sono ben accolti nel Guggenheim: il museo infatti ha un programma di attività rivolto ai più piccoli e alle loro famiglie. Si gioca, si colora, si commentano i capolavori dell’arte con guide ed educatori esperti, rendendo l’edificio una fucina di idee e di colori. Attività a parte sono organizzate anche per adolescenti, scuole ed utenti disabili.
E’ il movimento l’elemento fondamentale di questo museo: la spirale porta tutti a muoversi, chi dall’alto vero il basso, chi al contrario, così come sono “mobili” le esposizioni, che hanno un ricambio continuo e che affiancano diversi tipi di attività culturali.
Cattelan
Se durante la vostra visita al Guggenheim vi dovesse scappare la pipì, avete due opzioni: farla in uno dei tanti bagni – 16 in tutto – del Museo, oppure fare un po’di fila e farla nella tazza di Maurizio Cattelan.
Tra le opere esposte c’è infatti “America”, un gabinetto interamente rivestito in oro da 18 carati, realizzata dal provocatorio artista padovano. Il bello dell’opera è che è perfettamente funzionale: potete quindi dar sfogo alla vostra minzione imperiosa su questo WC del 2016, l’importante è non alzare la tavoletta. Se non vi scappa, fate ugualmente la fila – che solitamente è lunga perché include il tempo del gabinetto al tempo di ammirare l’opera – e scattatevi una foto con il gabinetto dorato.
Una volta fuori dal museo, attraversate la strada ed addentratevi in Central Park: salite le scale che troverete di fronte a voi e godetevi il panorama della Città che non dorme mai.
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