Da quando Marco Fassoni Accetti, l’unico indagato per il crimine e supertestimone ha aperto qualche spiraglio alla soluzione del caso Orlandi, tanti elementi si sono aggiunti ad ingarbugliare le piste, che porterebbero ai sequestri di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

Gli ultimi sono i reperti spediti in due lettere diverse che contenevano del materiale difficile da decifrare: del terriccio, un merletto, il negativo di un teschio, una lettera e una ciocca di capelli chiari, spediti ad aprile scorso alla sorella di Mirella e ad un’amica di Emanuela. Per ora, si attende l’esito dell’analisi della ciocca di capelli di cui sta occupando il professor Emiliano Giardina dell’Università di Tor Vergata. Riusciranno ad individuare il dna?

Ciò che risulta strano è che sono state spedite pochi giorni dopo la prima deposizione del supertestimone che ha avuto luogo il 27 marzo. Quindi l’idea che vogliano inquinare il caso o intimidire l’Accetti sembra probabile.

Il superteste e presunto sequestratore di Emanuela e Mirella, nel corso della testimonianza, afferma di aver agito per conto di un gruppo di “potere coperto” in Vaticano per compiere “lavori sporchi” ed esercitare pressione sulla Santa Sede e Woityla. In merito ai motivi per cui i reperti sarebbero stati spediti solo ora, commenta così:

“Ritengo si tratti di un tentativo di inquinare la situazione. Io dopo trent’anni ho deciso di rivelare la mia partecipazione ai fatti, confidando nel nuovo clima in Vaticano legato all’elezione di papa Francesco e auspicando che altre persone coinvolte, laici ed ecclesiastici, si facessero avanti. Invece, per ora, sono rimasto solo. Speravo che il mio gesto fosse più apprezzato”.

Ma è possibile che dopo trent’anni si brancoli ancora nel buio, e nessun altro si faccia avanti?

Via | Corriere

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 11-09-2013