È di pochi mesi fa l’approvazione della legge di equiparazione fra figli naturali e legittimi, la quale aveva portato all’eliminazione delle differenze giuridiche dei figli nati all’interno del matrimonio e quelli fuori. Come conseguenza di tale provvedimento è ora in corso di approvazione (già il il 6 novembre è previsto che arrivino i pareri del Parlamento sul decreto legislativo varato dal Governo) una modifica alla formula matrimoniale che il celebrante pronuncerà durante il rito civile o religioso.

In particolare, l’articolo del codice che andrà toccato sarà il 147 che porta titolo “Doveri verso i figli” e che recita:

Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli

Ebbene, il testo del nuovo articolo, che si riallaccia proprio al titolo nono del libro primo della già citata legge di equiparazione, e che è ancora passibile di ulteriori cambiamenti, al momento sarebbe:

Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall’articolo 315-bis

L’art. 315-bis, come detto, è la parte della legge n.219 del 2012 che si occupa dei diritti e doveri del figlio. I commi al suo interno spaziano dal sostegno fisico e morale ai figli, del loro diritto all’educazione e all’istruzione passando anche per quelli concernenti il mantenimento di rapporti stabili con i parenti e il dialogo attivo con i genitori.

Perciò, la nuova formula, che potrebbe già entrare in vigore dal prossimo anno, e che ad una prima occhiata poteva essere scambiata per una sorta di artificio lessicale che modificava la forma ma non la sostanza, riletta con la conoscenza del 315-bis, assume un significato ben preciso. Ai coniugi viene infatti richiesto un maggiore impegno nel gestire il ruolo di genitori “assistendo moralmente” i figli.

Il passaggio, anche se può sembrare superfluo, è in vero un segno di maggiore modernità della famiglia. I figli e le loro esigenze morali (quindi non solo quelle materiali già abbondantemente tutelate dalla legislazione precedente) sono maggiormente tenuti in considerazione. Poi, ovviamente, tradurre le parole in fatti è tutta un’altra faccenda. Lì starà alla bravura dei genitori cogliere le sfumature e agire di conseguenza.

Via | IlSole24Ore

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 30-10-2013