Ritrovarsi con alti valori di monociti nel sangue può essere indice di infezioni. Queste cellule ematiche fanno infatti parte della grande e composita famiglia dei leucociti, o globuli bianchi, insieme con linfociti, basofili, neutrofili e eosinofili.

I leucociti sono il grande esercito del nostro sistema immunitario, loro compito è quello di individuare agenti patogeni (germi come virus e batteri, funghi e parassiti) o focolai infiammatori endogeni e “spegnerli”.

Quando aumenta il loro numero nel sangue, in genere la causa più comune è che nel nostro organismo ci sia un focolaio infettivo da combattere, magari anche occulto, di cui in apparenza non ci rendiamo conto. Nello specifico i monociti sono definiti gli “spazzini” del sangue, perché ogni volta che un organo o un tessuto vengono colpiti da un attacco patogeno infettivo queste cellule migrano verso quell’area, individuano le cellule “nemiche”, e le inglobano diventando macrofagi. Sono in grado di eliminare in tal modo fino a 100 batteri ciascuno.

Talvolta, per riconoscere i microrganismi nocivi hanno bisogno dell’indicazione degli anticorpi, grosse cellule proteiche che hanno proprio il compito di legarsi alle cellule “nemiche” in modo da renderle riconoscibili e consentire ai monociti di inglobarle. In condizioni di normalità la concentrazione di monociti nel sangue è inferiore al 10% del totale dei globuli bianchi. Se, però, un test del sangue rileva un aumento del loro numero, allora si parla di monocitosi, che può esser determinata da infezioni anche gravi, malattie autoimmuni o anche tumori. In particolare ad alti valori di monociti sono associate condizioni morbose tra cui:

  • Tifo
  • Tubercolosi
  • Artrite reumatoide
  • Sifilide
  • Malaria
  • Endocardite
  • Infezioni gastrointestinali (anche causate da parassiti)
  • Colite ulcerosa e morbo di Chron
  • Linfomi
  • Anemia emolitica

Ovviamente, per scoprire di essere affetti da una patologia come quelle appena elencate non basta l’esame del sangue e la conta dei monociti, anche se costituiscono un indicatore importante. Quindi sarà compito del medico, a seconda dei sintomi e del quadro generale del paziente, prescrivere ulteriori indagini.

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ultimo aggiornamento: 16-11-2013