In occasione della Milano Design Week 2016, Designerblog ha incontrato ed intervistato Marco Lualdi, export manager di Lualdi, che in Foro Bonaparte, presenta il nuovo allestimento dello spazio espositivo e il programma di porte Edges, disegnate da Marco Piva, che si completa con una serie di boiserie e rivestimenti modulari a parete. Lo showroom Lualdi ospita nahce ART DISPLAY curato dalla i-AM Foundation, una infrastruttura che accoglie gli Artisti per pianificare e organizzare azioni ad hoc, al di là del muro di una galleria e oltre la sala di un museo. Il primo progetto espositivo ospitato è “Italia Docet | Laboratorium” che i-AM Foundation ha presentato alla 56 Esposizione Internazionale d’Arte -la Biennale di Venezia, realizzato con l’artista Federico Guida.

Il primo oggetto di design che ha comprato?

“Credo sia stata una caffettiera… quando da studente mi sono trasferito a Milano, per vivere da solo per la prima volta, ho acquistato una caffettiera di Alessi.”

Come si sposano oggi a suo avviso creatività e commercio?

“La creatività da sola non fa nulla per aiutare il commercio, per lo meno non in una tipologia di prodotto come la nostra. Quello che serve nel nostro caso abbraccia, oltre alla creatività, anche il savoir costruttivo, la scelta dei materiali, la sostenibilità aziendale, la coerenza di strategia… insomma, si tratta di un mix di elementi ben bilanciati tra loro.”

(provocazione): Il design potrebbe diventare mai un fenomeno globale come la moda (o lo è già)?

“Il design a mio avviso è già più globale della moda. La moda è da sempre dedicata ad una élite, il design ha un respiro molto più ampio.”

A quali nuovi bisogni cerca di rispondere oggi il design?

“In un’epoca di crisi come quella dalla quale stiamo (speriamo!) uscendo, il design ha cominciato ad occuparsi di cose concrete: la funzionalità, associata all’estetica, sono diventati i punti saldi di questo design del nuovo millennio.”

Una delle sfide di maggiore attualità per un progettista é quella della compatibilità ecologica. Ritiene che sia un elemento tenuto in sufficiente considerazione?

“Ritengo ci sia un’attenzione generale nel mercato, sempre per il discorso di prima: la crisi ci ha portato a maggiore consapevolezza di quello che “vale”. Poi per il caso specifico di Lualdi possiamo dire che non c’è nemmeno stato bisogno di un adeguamento perché l’azienda ha questa attenzione da sempre, sia verso la scelta dei materiale che per il processo produttivo.”

Qualità è sinonimo di longevità?

“Non solo la qualità, ma anche l’estetica e il design di un oggetto sono in grado di farlo vivere più o meno a lungo. Se un oggetto è creato con materiali di qualità ma è brutto, oppure legato ad una moda, non sarà comunque longevo.”

Cosa significa per lei design?

“Il design è sempre stato una parte integrante della mia vita, essendo cresciuto in una realtà molto orientata al design e all’innovazione. Per me design significa conferire un alto valore estetico (e quindi dare un valore aggiunto) ad un elemento dotato già di per se di una funzionalità.”

Ci segnala un giovane designer da tenere d’occhio?

“Certamente! Segnatevi il nome di Stefano Belingardi, il fondatore di Best… farà molta strada!”

E un maestro da non scordare?

“Ah! Caccia Dominioni senza dubbio.”

In che modo i social network e i blog stanno cambiando il design?

“I social network stanno dando un contributo molto importante al design a mio avviso, avendogli dato una visibilità mai raggiunta prima. quante volte ci capita di incrociare foto di case esclusive, macchine lussuose, oggetti raffinati e simili sui social network? I social network hanno reso la cultura del design qualcosa alla portata di tutti: anche chi non si è mai interessato al design in un modo o nell’altro oggi giorno ne entra in contatto. Grazie a questo sempre più persone si stanno sensibilizzando al concetto di design, ed è una cosa a mio avviso estremamente positiva.”

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ultimo aggiornamento: 15-04-2016