Forse qualcuno ricorderà le parole del compianto Don Gallo quando sosteneva che una delle cose inaccettabili e più sessiste della Chiesa cristiano-cattolica era quella di voler escludere le donne dalle gerarchie ecclesiastiche. E in effetti, possono passare i secoli, ma dove la Santa Romana Chiesa ha la sua giurisdizione, nulla in tal senso è mai cambiato.

Ci danno punti invece i prelati anglicani che ieri, riuniti in Sinodo a Londra, hanno discusso e approvato una riforma che promette una svolta epocale in tal senso. Con 378 voti favorevoli e solo 8 contrari, è infatti passata la proposta di apertura all’ordinazione delle donne vescovo. E così, in quanto a parità, Canterbury batte Roma a mani basse.

Certo, per arrivare a questo risultato ci sono voluti anni di dibattiti e anche qualche delusione: lo scorso anno lo stesso Sinodo bocciò la proposta per uno scarto di sei voti! Ma erano altri tempi e l’arcivescovo rispondeva al nome di Rowan Williams, rimasto in carica fino alla fine di dicembre 2012. A lui è successo Justin Portal Welby, strenuo sostenitore della riforma “al femminile”.

Ora la decisione finale rimbalzerà al Sinodo generale della comunione anglicana del prossimo luglio e infine al Parlamento di Westminster, dove si potrà passare ad una ratifica ufficiale. Il Prime Minister inglese, David Cameron, salvo cambi di opinione, si è detto già particolarmente incline ad avallare questo cambio di rotta. E se così fosse il 2014 potrebbe diventare l’anno dei primi vescovi donna made in England.

Non ci resta che attendere.

Via | Corriere

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ultimo aggiornamento: 20-11-2013