Condanna e risarcimento per Daniela Santanchè, la “pitonessa” (nonché “falco”) fedelissima di Silvio Berlusconi che nel 2009 organizzò una manifestazione anti burqa non autorizzata.
Il processo per quei fatti, però, vedeva la deputata di Forza Italia, all’epoca leader del poco longevo “Movimento per l’Italia” anche in qualità di vittima.
Infatti durante la manifestazione che la Santaché aveva organizzato il 20 settembre del 2009 davanti al Teatro Ciak, presso la Fabbrica del Vapore di Milano dove si svolgeva la festa per la fine del Ramadan (la più importante Festa islamica), un uomo di origine egiziana, Ahmed el Badry, le si era scagliato contro, procurandole alcune lesioni. La Santanchè era stata quindi portata al pronto soccorso del Fatebenefratelli e qui curata. Secondo alcune persone presenti alla manifestazione, la prima ad aggredire sarebbe stata la “pitonessa”, ma se anche fosse stato così, le sue lesioni – tra cui una costola incrinata – erano risultate tali da meritare un risarcimento.
Quindi, ricapitolando, in qualità di “rea”, Daniela Santanchè è stata condannata ad un’ammenda di 100 euro e 4 giorni di carcere, commutati in un risarcimento totale di 1100 euro. In qualità di vittima, invece, percepirà un risarcimento pari a 2500 euro da El Badry. La manifestazione anti burqa era stata fortemente voluta dalla deputata azzurra in quanto l’uso del velo era ritenuto lesivo della dignità femminile nonché una violazione della legge 152 del 1975 che impone il divieto di coprirsi il volto.
Non ce l’ho con queste povere donne ma con chi le manda e le soggioga. Il burqa è un’umiliazione per le donne
Aveva dichiarato in quell’occasione. Poi, però, la protesta era degenerata presto in semi rissa, con una vera aggressione subita dalla parlamentare, che era stata insultata, definita “puttana” e infine malmenata. Che dire, un colpo al cerchio e uno alla botte…
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