Parliamo di uno dei capolavori di Giotto e nello specifico del Presepe di Greccio. Questo affresco fa parte dello straordinario ciclo delle “Storie di San Francesco” collocate nella Basilica di Assisi, ed è più esattamente il tredicesimo episodio dei ventotto che compongono questo impressionante racconto visivo. La data a cui viene fatta risalire quest’opera d’arte sacra è tra il 1295 e il 1299.
Correva però l’anno 1223 ed era la notte di Natale, quando San Francesco rievocò la scena della nascita di Gesù, sotto forma di presepio vivente e quando apparse nella culla agli occhi stupiti di tutti, un neonato in carne ed ossa; questa manifestazione in un’atmosfera pienamente sacrale è il tema centrale di questa tavola giottesca. Siamo a Greccio in provincia di Rieti, sulla strada che da Stroncone prosegue verso il Reatino, dove ancora adesso il Presepe Vivente è una tradizione imperdibile del Santo Natale.
Questa scena dipinta dal grande artista e che fa parte di un ciclo grandioso che ha segnato per sempre la storia della pittura moderna si svolge all’interno di una chiesa, mentre nella biografia del Santo in realtà era ambientata in una grotta. Gli oggetti spirituali nel Presepe di Greccio vengono raffigurati con estrema precisione e dedizione per i dettagli, tutto per sottolineare con il maggior realismo possibile (incredibile all’epoca) la densa sacralità dell’evento. San Francesco è poi circondato da una serie di figure laiche e alcuni frati francescani intenti nella preghiera.
Il Presepe di Greccio: descrizione
La divisione della navata della Chiesa suggerisce spazialità e profondità grazie all’iconostasi aperta e slanciata. Le scalette che portano al pulpito e la croce in legno in rilievo verso la navata dell’edificio sacro restituiscono una tridimensionalità incisiva. Nel Presepe di Greccio, come in tante altre opere di Giotto, la geometria degli elementi figurativi è fondamentale e contribuisce a dividere gli spazi e a creare un ambientazione realistica. Realismo suggerito anche dalle espressioni visive e dalle pose degli astanti, immortalate individualmente dando una forte caratterizzazione ai singoli personaggi. Se notate gli uomini nell’affresco sono disposti in diversi livelli, proprio per conferire ancora maggiore credibilità all’effetto spaziale del dipinto. Come anche i chiaroscuri precisi e studiati nel particolare danno vita ai volumi verosimili dei personaggi.
Tutto confluisce nelle geometrie, enfatizzate secondo linee orizzontali e verticali, sensazione di spazio e profondità restituita anche dall’iconostasi e dalla croce protesa in avanti, oltre che dalla disposizione dei singoli elementi. Le figure sono state catturate da Giotto in tutta la loro naturalità e umanità, un realismo dinamico che fece scalpore al tempo del Maestro e diede vita ad un nuovo modo di interpretare l’iconografia classica cristiana. San Francesco in questa scena durante la notte di Natale a Greccio viene mostrato in tutte le sue sfumature umane, al contrario di altri affreschi in cui è stato dipinto secondo la cifra stilistica di Santo, distante, diafano e angiolesco.
Foto | Wikipedia
Via | Futouring
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