Il lavoro precario è una morsa che uccide i sogni, che non dà prospettive per il futuro e che rende ai giovani molto faticoso costruirsi una vita priva. Secondo il rapporto Bes 2014 (Benessere Equo e Sostenibile) del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e dell’Istat, il lavoro è sempre meno ed è sempre più flessibile, un termine gentile che indica la precarietà.

Le più insoddisfatte da questa situazione sono le donne, costrette a rinunciare alla carriera in un periodo. Molte devono ripiegare sul cosiddetto part-time involontario. Spesso la presenza dei figli costringe le donne a rinunciare al lavoro: si attesta la crescita del divario tra il tasso di occupazione delle madri di bambini in età prescolare e quello delle donne senza figli (nel 2013 rispettivamente 54,6 per cento e 72,6% i tassi per le donne tra i 25 e i 49 anni), soprattutto nel Mezzogiorno (36,8% rispetto al 52,8%)”.

Ci sono comunque dei dati positivi. Per esempio è stato registrato un aumento di presenza femminile e di giovane nei ruoli decisionali a livello pubblico: è donna un parlamentare su tre (le donne sono il 31,3% dei deputati e il 29,8% dei senatori), le donne elette, inoltre, sono più giovani degli uomini: più della metà meno di 50 anni. Sale la presenza anche nei consigli regionali e nelle società quotate in borsa, del 15,1% e del 17,8% dei consiglieri. Certo c’è davvero ancora molto da fare, però qualcosa si sta smuovendo e sicuramente il governo Renzi è d’esempio in questa direzione.

Via | Il Fatto Quotidiano; Italia Oggi

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ultimo aggiornamento: 27-06-2014