[blogo-gallery id=”248811″ layout=”photostory” title=” La Postina di Franco Zanellato tra innovazione e tradizione artigianale, la borsa più richiesta [INTERVISTA]” slug=”la-postina-di-franco-zanellato-una-borsa-artigianale-tutta-italiana” id=”248811″ total_images=”71″ photo=”0,1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70″]

Quella di Franco è una storia tutta italiana, fatta di passione e di amore per il bello e l’originale: un menage seducente che esplode nella classe delle borse Zanellato, un esempio tangibile del vero Made in Italy.
Deluxeblog, in un pomeriggio di metà maggio, è riuscito ad intervistarlo, il poliedrico Franco Zanellato –  tra un viaggio in Giappone ed un meeting di imprenditori – ci ha accolte nello showroom di via Savona, 43 a Milano.
La location racconta una storia che viene da lontano stimolando i nostri sensi con odori e pellami setosi e leggeri, cuoio duro e di carattere, grane naturali e texture sensuali. E in questa atmosfera, in modo intimo e confidenziale, ci racconta di sè, di come nasce una borsa diventata iconica.

Chi è Franco Zanellato e come è nata questa passione per la materia?

Posso affermare con assoluta certezza che il mio lavoro lo avessi deciso sin dalla tenera età di 3-4 anni, quando mia nonna mi diceva sempre che ero testardo e avevo buongusto. Lei, infatti, non riusciva a vestirmi, ero io che sceglievo cosa indossare. Aveva proprio ragione, io amo le cose belle e nel corso del tempo ho sempre coltivato la mia passione per la materia: non solo per il legno, ma anche per la pelle. Sono, come si dice dalle nostre parti “Bòcia de botéga”, ragazzo, cioè, che impara il mestiere perché cresciuto nella bottega. Sono figlio di un guantaio Veneto e dunque l’amore per la pelle è qualcosa che ho sempre avuto dentro di me così come la voglia irrefrenabile di sperimentare, di provare, testare nuove ricette, capire effetti e reazioni chimiche; sin da piccolo aspettavo il buio per seppellire le pelli nell’orto di casa per osservarne l’effetto di invecchiamento. Sono una perfetta fusione di passione, determinazione e pazzia se vogliamo!
Ho coltivato l’arte del saper fare nell’attività di famiglia poi però sono andato a lavorare e studiare più approfonditamente la materia nella conceria di Arzignano, dove ho continuato a sperimentare e fare prove su prove: lì è nata la pelle lavabile in lavatrice a 30°, la pelle di toro talcato, la pelle più leggera al mondo, la pelle trattata con gli oli e il sapone Marsiglia, il raggiungimento del livello ideale di resistenza e morbidezza che permette di piegare la pelle a proprio piacimento..ecc Quelli sono stati anni importanti per me perché ho fatto esperienza, ho visitato le aziende che lavoravano il cuoio, le produzioni come quella di Ferragamo e Fendi, ho persino studiato le varie fasi di lavorazione della ceramica. Il prodotto in sé mi ha sempre affascinato, così come il recupero dei mestieri, ciò che per me rappresenta l’italianità.

Da cosa nasce l’intuizione e la decisione ultima di realizzare la borsa Postina?

Il mio obiettivo è sempre stato quello di creare qualcosa di mio, un prodotto finito, qualcosa di iconico, che resistesse al tempo e alle mode…ma non sapevo cosa di preciso. Un giorno, sgomberando un magazzino pieno di oggetti che avevo collezionato girando i mercatini, notai che avevo un numero considerevole di borse. Recuperavo di tutto: mobili vecchi, oggetti di mestiere, vecchie borse e valigie, ma principalmente Borse. Ed una di queste, in particolare, richiamò la mia attenzione, una borsa stile postino. Pensai a quanta storia italiana racchiudeva quella borsa: negli anni 50 il postino rappresentava la comunicazione per eccellenza, grazie a lui una madre riceveva notizie del figlio al fronte, un innamorato comunicava con la sua dolce metà dall’altra parte dell’Italia, un fratello poteva comunicare con le proprie sorelle…la borsa del postino, dunque, era un contenitore di infinite storie. Quella borsa, inoltre, era rimasta immutata nel tempo, così come i suoi valori e la sua forma.
Mi misi in testa che avrei iniziato proprio da quella borsa da postino per risvegliare l’italianità: volevo che venisse riconosciuta a nuova data la storia dei valori di poste Italiane associati a quella borsa però reinventandola, rendendola nuova, autentica e di alta gamma. Apportai modifiche, feci prove su prove, rovistai negli armadi di mia nonna, delle sue amiche, confrontai modelli di altre borse, di altri marchi, intervistai amiche e mi interrogai sul modo di indossarla, fino a quando , dopo 7 modifiche per l’esattezza, ebbi la possibilità di registrare il mio marchio “Postina”: un nuovo modello di borsa funzionale, versatile e attuale che al tempo stesso facesse riaffiorare parte della nostra storia.
Indossare la Postina, infatti, è sinonimo di “vestire un pezzo di tradizione italiana” con eleganza e stile.

In che modo Zanellato è riuscita a conciliare tradizione del Made in Italy (intesa come tradizione manifatturiera italiana) e Innovazione?

La mia filosofia di fondo non è mai stata “vendere” ma “costruire”. La mia lunga esperienza nelle aziende, nelle concerie, unita alla mia continua voglia di sperimentare, di fare ricerca sul prodotto, hanno reso possibile questo connubio: è’ nelle fasi di lavorazione, infatti, che si riscopre il valore della manifattura artigianale e la vera tradizione sartoriale, mentre è nella sperimentazione di nuovi materiali che si declina il concetto di Innovazione.
Le sarte che lavoravano al fianco di mio padre, le macchiniste e le banconiste, loro per me rappresentano la vera tradizione , l’arte del saper fare e l’elemento base del know how aziendale. Sin dall’inizio infatti, le ho volute con me nello sviluppo del mio progetto e nella condivisione degli stessi ideali. Credo che la vera Innovazione sia stata, all’inizio, la scelta di lavorare il colore. In un momento di tristezza il colore era la medicina: la cromoterapia racchiusa in una borsa che doveva essere una esplosione di colori ed il mio doveva essere un giardino in fiori. Difatti davo l’obbligo ai buyer di comprare 20 borse, una per colore.
La pelle è altro elemento che racchiude in se innovazione e tradizione: amplifica la personalità della borsa, tiene viva la tradizione della qualità e, allo stesso tempo, si presta a nuove “ricette segrete”, è così che chiamo le particolari fasi di lavorazione delle pelli e i trucchi del mestiere. Un perfetto esempio di fusione di materiali nuovi e vecchi è la nappa di vitello che, se lavorata con una rete di alluminio, permette di modellare, rimpicciolire e piegare la borsa a proprio piacimento. Anche il design, infine, rappresenta questo connubio: un design ricercato, esclusivo, arricchito ed impreziosito di borchiette e girelli propri delle borse utilizzate per la consegna della posta; un design che non si discosta tanto dalla tradizione ma che rende la borsa più confortevole, pratica e versatile.

In cosa si riconosce un autentico prodotto firmato Zanellato?

In una sola parola potrei dire la LAVORAZIONE: un prodotto lavorato per il 70% a banco, tutto manualmente. Ogni pelle è conciata in modo naturale e per ogni borsa fatta sartorialmente, occorrono circa 6 ore di lavoro. Il prodotto Zanellato è, inoltre, il frutto di uno scrupoloso lavoro di colorazione in botte, che conferisce trasparenza al materiale e pienezza ai colori, i quali, assorbiti in modo disomogeneo, creano una nuvolatura naturale che da profondità al colore.
Un autentico prodotto Zanellato richiede l’attivazione di quasi tutti sensi. Per me è importante l’odore della pelle, sono sempre stato affascinato dalle signore che entravano nella boutique di Hermés e attendevano 8-12 mesi per una fragranza unica che incontrasse le loro fantasie. La pelle deve essere anche morbida e setosa al tatto oltre che profumata: molte volte è necessario aggiungere un’ulteriore fase nell’asciugatura per stabilizzare le fibre, che sono la vera anima della pelle; questo per garantirne l’elasticità e consentirne la lavorazione perfetta senza rinunciare alla morbidezza.
Tutto questo è ciò che contraddistingue la qualità dei prodotti Zanellato.

Quanto è complesso oggi, per aziende come Zanellato che puntano sull’artigianalità e la qualità di prodotto, produrre in Italia?

Vendere significa una cosa, costruire da zero un prodotto, un progetto, una storia, quella è un’altra cosa! L’aspetto finanziario, quando il fine ultimo non è solo quello di “produrre per vendere e fare numeri” ma principalmente realizzare un sogno, indubbiamente, è importante.
Io sebbene avessi mio padre alle spalle, non ho mai chiesto nulla perché per me investire i propri soldi ti rende più attento e maturo. Sicuramente ho avuto la grande fortuna di conoscere persone come Gianfranco Barizza, fondatore della Palzileri il quale, è stato per me un guru e al quale sarò sempre riconoscente: lui ha creduto tanto in me e nelle mie capacità.
Come in ogni famiglia che funziona, è importante lo spirito aziendale: credo molto nel mio team e nel fare squadra; tutti devono credere in me, io sono uno di loro ed il mio business plan lo condivido con tutti i miei dipendenti poiché tutti contribuiscono al 101%. L’esperienza mi ha insegnato che i negozianti italiani sono i meno fedeli e i più birichini del mondo e purtroppo questo va spesso a contaminare il lavoro delle persone serie e corrette. Tuttora sto lavorando in contrassegno con i più grandi dealer italiani poiché la posta in gioco è troppo importante, si tratta del mio patrimonio, del mio grande sogno nel quale ho investito le mie finanze, le mie speranze e tutto me stesso. Per me il valore è tutto.

Per saperne di più dell’azienda produttrice della Postina e della Nina – nuova ed affascinante creazione di Zanellato –  vi rimandiamo ad una experience online sullo store o semplicemente prendete appuntamento in uno degli show room.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 21-07-2015