Anche definita sindrome di Procne, la Sindrome della Donna Maltrattata è quel terribile meccanismo psicologico che impedisce alle vittime di violenza domestica di ribellarsi al loro aguzzino ma, spesso, di solidarizzare con lui proteggendolo e giustificandolo.

Potremmo definirlo un po’ una sorta di sindrome di Stoccolma, perché anche in questo caso la psiche, per proteggersi dal dolore e farlo “apparire” meno terribile, lo “avvolge” da una bolla di comprensione umana sì da renderlo accettabile, dignitoso. Ma perché una donna “sana”, normale, che nella vita è stata amata e rispettata, dovrebbe finire intrappolata in questo circolo vizioso di non-amore e accettare di essere umiliata, malmenata, isolata?

E quali sono i sintomi, per riconoscerli nelle donne che ci sono vicine: amiche, sorelle, colleghe di lavoro? Per comprendere ciò che accade nella mente di una donna che subisca violenze domestiche dobbiamo avere qualche infarinatura di “vittimologia“, quella branca della psicologia criminale che studia non la mente del carnefice, ma quella della vittima.

Il primo stadio della sindrome è la negazione, che significa “coprire” i segni degli abusi per fingere che non siano mai avvenuti o per minimizzarli. Se, quindi, il partner violento usa la prevaricazione fisica con botte e spintoni, i segni fisici costituiti dai lividi e dalle ferite verranno accuratamente nascosti dalla vittima, che se “scoperta”, continuerà a negare o monterà ad arte una balla per giustificare quell’ematoma.

Questo è il primo sintomo: se una donna che conoscete diventa un po’ troppo maldestra, e quindi cade troppo spesso, ad esempio dalle scale, procurandosi vistosi lividi o contratture, o incrinandosi una costola, voi dovete sospettare che, invece, subisca degli abusi in casa.

La trappola della sindrome è che la vittima diventa in questo modo complice del suo carnefice, di cui subisce il totale potere. Una delle caratteristiche della violenza domestica è che il partner riesce a manipolare la sua vittima isolandola, e convincendola che solo lui è la persona che le vuole bene e che tiene a lei, e facendo in modo che recida progressivamente i contatti con le persone della sua cerchia (familiari, amici, colleghi di lavoro).

Se, quindi, da “esterni” vi accorgete che una vostra congiunta o amica si allontana e si isola sempre più, evitando le occasioni di incontro o cerca scuse per giustificare l’allontanamento (figli, impegni generici, stanchezza a via discorrendo), preoccupatevi ancora di più.

La fase della negazione, purtroppo, può anche durare per sempre: una donna maltratta, che subisca un tale lavaggio del cervello, può vivere così tutta la vita, ma talvolta, pur accorgendosi di essere vittima di abusi insopportabili, non riesce ad uscirne per diverse ragioni, sia pratiche che psicologiche.

In primis perché dover accettare dentro di sé di aver permesso all’uomo amato di abusare di lei in modo così abominevole e disumano è molto difficile (un po’ come dover accettare di essersi innamorate di un “mostro”), e poi perché, anche avendolo compreso e accettato, ribellarsi è ancora più arduo per motivi pratici.

A quel punto subentra quella che gli psicologi definiscono impotenza appresa. La donna maltrattata prova, nei piccoli spazi di azione autonoma che la situazione le concede, di lanciare deboli segnali di aiuto, ad esempio lasciando intuire che quei lividi sul corpo siano frutto di violenze, o provocando a bella posta la rabbia del partner per farsi ridurre in tali misere condizioni da dover ricorrere al ricovero ospedaliero.

In questi casi è necessario che un esterno intervenga creando una rete di sostengo affinché la donna maltrattata possa lasciare il tetto coniugale anche facendo intervenire i carabinieri o il Tribunale di minori in caso di figli piccoli.

Scappare dagli abusi domestici è molto difficile e pericoloso, per questa ragione esistono ormai tante associazioni anche onlus ce si occupano di aiutare la donna in ogni modo possibile fornendo un domicilio protetto, sostegno legale e psicologico, a volte anche denaro. Se riconoscete i sintomi della Sindrome della Donna Maltrattata in qualche vostra conoscenza femminile non indugiate e contattate una dei questa associazioni.

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Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 09-02-2015