La “spara” grossa Christine Lagarde in un articolo apparso sulla pagina personale del sito ufficiale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di cui è la Direttrice. Una delle donne più potenti al mondo parla apertamente di “complotto“, o meglio di cospirazione di stampo sessista che a livello mondiale “manovra” per impedire alle donne di avere più peso economico (e quindi di contare di più a livello sociale e politico).

Partendo dall’analisi di uno studio condotto proprio dal FMI sulla disparità economica di genere, in cui appare chiaramente che nel 90% delle nazioni del mondo esistono restrizioni legali di un qualche tipo che impediscono alle donne di accedere al mondo del lavoro, di acquisire proprietà in autonomia o di ottenere prestiti dalle banche, la Lagarde lancia la sua accusa che pesa davvero come un macigno:

In un mondo alla ricerca di crescita le donne potrebbero contribuire a trovarla, se solo si imbattessero in un terreno da gioco regolare e non in un campo pieno di insidie

Ci sono Paesi – ad esempio in Medio Oriente e in Africa – in cui solo il 21% delle donne lavora fuori casa, e spesso per svolgere mansioni sottopagate. Eppure, se solo le donne avessero accesso regolare al mondo del lavoro, se, quindi, non vi fossero discriminazioni di genere, a beneficiarne sarebbe tutta l’economia mondiale, e questa non è un’opinione:

In più di 40 nazioni, tra cui molte ricche e avanzate, si perde più del 15% della ricchezza potenziale, per effetto delle discriminazioni contro le donne

Puntualizza inesorabile Chistine Lagarde, prima donna a guidare il FMI, e pertanto ben conscia del suo ruolo di privilegiata portavoce delle rivendicazioni di genere che, in questo caso, significano anche potenziali ricchezze letteralmente “mangiate” per un pregiudizio evidentemente più duro a morire di quanto si pensasse.

Le sacche di resistenza contro l’equiparazione economica e l’indipendenza lavorativa femminile sono presenti ovunque, non solo nelle aree del mondo dove più eclatante ci appare la discriminazione di genere. Anche in Italia, ad esempio, sappiamo che esiste una non trascurabile disparità in busta paga, e che il nostro Pil appare deficitario del 15% proprio a causa del mancato apporto produttivo femminile.

Tra le modifiche di legge necessarie ad incrementare la presenza femminile in ambito lavorativo ci sono quelle, davvero indispensabili secondo la Lagarde (e anche secondo noi), a tutela della maternità maternità. Un welfare per le madri che lavorano è ormai precondizione indispensabile a permettere alle donne di accedere pienamente al mercato professionale sì da fornire il loro contributo attivo al miglioramento economico del proprio Paese.

Le parole di Christine Lagarde sono un monito per tutti, ma sono soprattutto dirette alle donne stesse, affinché non accettino ruoli di subalternità e abbiano il coraggio di combattere per i loro diritti e per quelli di chi non ha voce per farlo.

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Via |rainews.it, repubblica.it e time.com

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ultimo aggiornamento: 25-02-2015