Tra i lavori più complessi del giornalista, non c’è la stesura del pezzo o la relazione di un evento, ma l’intervista. E diventa particolarmente difficile quando è fatta dal vivo. L’emittente Al-Jadeed ha ospitato Hani Al-Seba’i, islamista in collegamento da Londra, per discutere sui cristiani che hanno scelto di convertirsi e aderire all’Isis. A intervistarlo, la conduttrice libanese Rima Karaki, una giornalista molto competente, che ha dovuto troncare la conversazione di netto, interrompendo il collegamento live.

Come mai questa scelta così dura? Più volte Rima Karaki ha chiesto all’ospite di rispondere alle domande, di restare in tema. Lo ha sempre fatto con garbo e l’educazione che conviene al suo ruolo. Il risultato? Una risposta che ha meritato la dura decisione di interrompere l’intervista.

“Non interrompermi, stai zitta. E’ una mia scelta farmi intervistare da te. Sei una donna che…”

Prima che la regia abbia chiuso l’audio, Hani Al-Seba’i ha fatto però in tempo ad ascoltare la motivazione della giornalista:

“Solo un secondo. Se non c’è rispetto reciproco la conversazione è finita”.

Questo è un chiaro esempio di maleducazione, prima di tutto. Non così palese, ma spesso lo vediamo anche nelle televisioni italiane. Le donne sono quasi sempre ospiti “leggeri”, che fanno contorno, e quando invece sono giornaliste grintose e preparate devono scontrarsi con l’arroganza maschile. Rima Karaki è un esempio di professionista che non si lascia mettere i piedi in testa. E’ stata prima di tutto una brava giornalista e poi una donna che ha deciso di non farsi soffocare dal maschilismo. Si può scegliere da che parte stare, ovviamente. Mi piace però prima di tutto pensare che Rima Karaki non solo sia un modello da seguire per le donne, ma lo sia anche per i colleghi uomini, che molto spesso non sanno realizzare buone interviste e crollano davanti l’arroganza dell’ospite.

Via | Metro UK

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ultimo aggiornamento: 09-03-2015