Mozziconi di sigaretta, resti di chewing-gum abbandonati, apparentemente sono solo rifiuti del quotidiano e invece per l’artista newyorkese Heather Dewey-Hagborg si tratta di preziose fonti di informazioni, per creare ritratti digitali da trasformare in seguito in maschere 3D. Grazie a tre semplici parametri come l’origine etnica per linea materna, il sesso ed il colore degli occhi, si riesce infatti ad elaborare, grazie al supporto di un apposito software, veri e propri volti appartenenti al progetto Stranger Vision che, anche se somigliano solo lontanamente agli originali, assolvono perfettamente alla funzione di far riflettere sulle abbondanti quantità di materiale genetico che abbandoniamo costantemente, e la maggior parte delle volte in maniera totalmente inconsapevole.
Dati che sono quasi alla portata di tutti e che potrebbero, in un futuro non troppo lontano, contribuire alla creazione di una specie di anagrafe biometrica davvero poco rassicurante. Un incubo insomma che probabilmente ci riguarderà da vicino molto prima di quanto pensiamo. E se c’è ancora chi tenta di mettere in evidenza l’enorme mole di notizie sulle nostre abitudini costantemente esposte alla raccolta commerciale, la posta in gioco qui è molto più alta e mette in campo la nostra stessa persona, esposta ad un continuo rischio di dispersione e chissà, forse a breve anche di clonazione.

Via | passeurdesciences.blog.lemonde.fr

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ultimo aggiornamento: 14-02-2013