Se c’ è un artista che più di tutti coniuga la tradizione all’innovazione (che non sempre è sinonimo di tecnologia), rendendola entusiasmante grazie alla tecnica questo è proprio El Anatsui, artista nato in Ghana, che anche alla 52esima Biennale di Venezia ha esposto arazzi di grande formato, realizzati con materiali di recupero come bottiglie, tappi, lattine, creta,alluminio, tutti ricuciti a ricordare i tessuti Kente e gli abiti da cerimonia Nyekor. Fino al 4 Agosto esporrà 30 delle sue monumentali opere al Brooklyn Museum, con la mostra Gravity and Grace, dove l’artista vi riflette l’amore per i materiali, quello per l’astrazione e i frutti della fusione con la cultura occidentale.

El Anatsui che ha cominciato la sua carriera d’artista realizzando opere in legno, non smette di dialogare con la propria cultura africana e con la sua storia, trasformando in un simbolo tutti gli oggetti che “ricicla” nelle sue opere. Spiegando ad esempio l’uso di tappi delle bottiglie d’alcol, afferma che l’alcool è stato uno dei prodotti che gli Europei hanno portato in Africa per lo scambio di merci e alla fine era utilizzato nel commercio degli schiavi.

Ma ancor di più sembra aver coniugato in questa strabiliante tecnica le sue origini personali di un padre pescatore e tessitore di tappeti, a dimostrazione di come si possa portare in giro per il mondo con “grazia” la propria storia.

sta dei riciclo che coniuga innovazione e tradizione


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Foto| sito Brooklyn Museum

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ultimo aggiornamento: 22-02-2013