Un albero come autoritratto, ecco il senso de “Le chêne de Flagey”, opera di Gustave Courbet. Conosciuta anche sotto il nome di “La quercia di Vercingetorige” è una tela che si offre a molteplici livelli interpretativi. Perché la pianta non solo rappresenta le radici di uno dei più importanti esponenti del realismo pittorico francese, figlio di proprietari terrieri della zona, ma ripercorre ed esemplifica l’intera esistenza di Courbet, condensata in un grande tronco realmente esistente fine alla metà del secolo scorso, quando è stato violentemente sradicato da un fulmine, ed è recentemente ritornata all’istituzione culturale intitolata proprio al pittore.
Non si tratta di una quercia qualsiasi, bensì di un albero caro all’artista, ormai esposto presso il Musée Courbet di Ornans (Doubs), che ha aperto le porte al pubblico il 2 luglio 2011, dopo tre anni di lavori. Per festeggiare il ritorno a casa dell’opera nelle giornate del 24 e 31 marzo, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18, sarà possibile ammirarla gratuitamente presso il suddetto museo.
Descritto nel video dal conservatore Frédérique Thomas-Maurin, il soggetto si lascia scoprire nei suoi diversi significati. Scopriamo così che il nome “quercia di Vercingetorige” richiama la battaglia di Courbet, seguace di Proudhon, contro l’oppressione imperiale, e individuiamo una scena di caccia, della quale restano solo un cane e il coniglio che insegue, fusi nella tela e visibili solo da vicino, mentre la figurina del cacciatore, che è stata rivelata da alcune radiografie, fu rimossa dallo stesso Courbet per mantenere intatta la forza del quadro.
Un ritratto atipico, dall’inquadratura estraniante grazie alla quale i confini dell’albero che sorpassano il limite della tela, imprimono alla protagonista un’imponenza ancora maggiore, confermata dal fogliame, che occupa buona parte della tela e lascia presagire alcune preoccupazione compositive tipiche della nascente fotografia.

Via | musee-courbet.fr

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ultimo aggiornamento: 18-03-2013