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Il Lamborghini Christimas Drive ha reso omaggio all’ingresso della Urus nel listino della casa di Sant’Agata Bolognese, che per celebrare il suo importante 2018 si è inventata un tour di 750 chilometri in Trentino Alto Adige, per consentire la prova di guida del suo nuovo SUV, messo a confronto con il progenitore LM002, in condizioni invernali e su strade di montagna che esaltano il piacere di guida e la sportività dei due mezzi.

Ad accogliere gli ospiti, nel centro storico e al mercatino di Natale, è stata la città di Brunico, da anni amica di Lamborghini. Dal suo territorio giunge il fantastico albero di Natale che decora il giardino dello stabilimento del “toro”.

In un quadro ambientale perfettamente intonato alle festività di fine anno, il rombante convoglio di auto italiane ha aggiunto note di colore alle magiche atmosfere, prima della trasferta al Lago di Braies, completamente ghiacciato e innevato, dove i modelli presenti sono stati sottoposti a un test in condizioni davvero particolari.

Grande curiosità da parte dei protagonisti dell’avventura per le dinamiche di guida della Lamborghini Urus, terzo pilastro della gamma della casa romagnola. Questa creatura ha portato al raddoppio del sito produttivo, passato in poco più di un anno da 80.000 a 160.000 mq, all’incremento del numero di dipendenti con 500 nuove assunzioni, e alla previsione del raddoppio dei volumi commerciali entro il 2019.

Ad accompagnare le Urus, in Trentino Alto Adige, c’era un esemplare di colore nero della LM002: una terza serie di proprietà Lamborghini, telaio #12231, che è stata deliberata nel 1990 e consegnata al concessionario Mediterranea di Nizza per essere poi ritirata dal primo owner, residente a Monte-Carlo. Tornata in seguito nelle mani della casa madre, è stata sottoposta a un restauro completo da parte del Polo Storico, completato nel 2017.

Lamborghini: dalla LM002 alla Urus

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La storia dei fuoristrada Lamborghini prese le mosse sul finire degli anni ’70 con il progetto di un modello ad alte prestazioni per uso militare, battezzato “Cheetah”. Il fatto che la LM002 del 1986 discenda da quel concept, poi affinato nel 1981 con la LM001, porta alcuni a considerarla come una sorta di madre dell’Hummer, almeno sul piano filosofico.

Spiccata la sua personalità, con doti abbondantemente superiori a quelle degli altri modelli della specie presenti sul mercato in quel periodo storico. Le ampie dimensioni ne facevano una sorta di panzer, che incuteva timore sin dal primo sguardo. Facile intuire lo stato d’animo di chi ne ammirò le forme in occasione del suo debutto al Salone dell’Auto di Bruxelles, dove l’insolita Lamborghini seppe suscitare abbondanti dosi di curiosità, anche perché rappresentava un forte elemento di rottura rispetto alle alchimie classiche delle supercar di Sant’Agata Bolognese.

Il fil rouge era nel look dirompente e nell’energia estrema, che in qualche modo la coniugava sul piano ideale alla spettacolare Countach, da cui ereditava il motore V12 della versione Quattrovalvole, adattato allo scopo. La LM002 può essere vista come la progenitrice della recente Urus, che segna il ritorno di Lamborghini nel segmento dei fuoristrada.

Anche il nuovo SUV è imponente e aggressivo, ma le linee sono più snelle e sportive, anche se il taglio di carattere strettamente geometrico dei volumi crea una connessione filosofica con l’antesignana, che si coglie anche nel vigore del potente cuore di cui è dotata. La storia delle escursioni della casa del “toro” fuori dal rituale sentiero delle supersportive prosegue ancora oggi.

Lamborghini Urus: Super Sport Utility Vehicle

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La Lamborghini Urus è un SUV di lusso, ma il fatto che coniughi le funzionalità di questo genere di vetture a un’anima supersportiva ha spinto la casa di Sant’Agata Bolognese a disegnare una nuova tipologia di prodotti: i Super Sport Utility Vehicle. Guardandola si viene colpiti dallo stile estremo e pieno di carattere, che trasuda grinta da ogni centimetro di carrozzeria.

Come le altre opere del “toro”, anche questa creatura non passa inosservata, guadagnando la scena in ogni contesto ambientale. Il sound è degno del carattere di un brand la cui forza espressiva si celebra in ogni aspetto sensoriale. La silhouette anticipa il vigore prestazionale del mezzo, spinto da un V8 biturbo di 4 litri con 650 cavalli all’attivo, su 2154 kg di massa. Quanto basta per farne il SUV con il miglior rapporto peso/potenza sul mercato.

Il vigoroso serbatoio energetico si traduce in prestazioni di alto livello: la velocità di punta tocca quota 305 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene coperta in soli 3,6 secondi. Molto intensa la spinta nel passaggio da 0 a 200 km/h, che richiede appena 12,8 secondi. La Lamborghini Urus ha ottime dinamiche di marcia, con un comportamento stradale preciso e affilato, specie tenendo conto della categoria di veicoli di cui fa parte. La scheda tecnica parla di 4 ruote sterzanti, sospensioni pneumatiche adattive con ammortizzatori attivi, sistema di stabilizzazione antirollio con risposta costante e immediata, freni carboceramici.

Questo grande fuoristrada, con trazione integrale permanente e ripartizione della coppia posteriore attiva, si esprime a testa alta nei diversi scenari operativi: strada, pista, montagne innevate, sentieri di campagna, deserto e via dicendo. Pure in città si muove bene, grazie anche alla trasmissione automatica a 8 rapporti, ma bisogna fare i conti con la difficoltà a trovare parcheggio per le dimensioni imponenti del mezzo (5112x2016x1638 mm).

La forte personalità estetica riflette le emozioni di guida offerte dal veicolo, che per la sua versatilità può essere usato tutti i giorni. Nel design si leggono alcune cifre stilistiche proprie del look Lamborghini, per ribadire ulteriormente le origini del prodotto. L’abitacolo ripete la connessione, con una riuscita miscela di lusso, artigianalità e tecnologie. Chi vuole può ricorrere a diverse opzioni, per personalizzare il pacchetto e renderlo più affine ai gusti personali. Urus è equipaggiata con le tecnologie più avanzate per il controllo della dinamica della vettura. Questo asseconda l’appagamento emotivo.

Lamborghini LM002: pionerismo muscolare

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La Lamborghini LM002 si caratterizza per il taglio muscolare della carrozzeria in alluminio e vetroresina, che traduce in forme l’energia del potente V12 di 5.2 litri, preso a prestito dalla Countach Quattrovalvole, con i suoi oltre 450 cavalli di potenza. Una simile batteria missilistica scatena il putiferio, con prestazioni di primo livello rispetto alle media del periodo in cui il possente SUV rimase sul mercato.

Nonostante il peso a secco di 2.600 chilogrammi bastano 7,8 secondi per passare da 0 a 100 km/h, in un quadro dove la velocità di punta tocca quota 210 km/h. Immaginate l’effetto che faceva all’epoca vedere un simile gigante (4900×2000×1815 mm) muoversi in modo così rapido. Tutto questo almeno un decennio prima rispetto agli altri SUV di grossa cilindrata, che la LM002 anticipò sul mercato, con i suoi 300 esemplari.

In questa vettura, la trazione integrale non serve solo a riempire la scheda tecnica, ma consente al veicolo del “toro” di far fronte a situazioni ambientali particolarmente difficili. Ottima la capacità di muoversi su terreni inclinati, che rende possibile superare pendenze nell’ordine del 120%. Un colosso dei fuoristrada, quindi, ma anche un punto fermo per l’evoluzione successiva della specie.

A dispetto delle missioni estreme di cui era capace e del suo aspetto rude, la Lamborghini LM002 poteva essere ordinata con rivestimenti in pelle e aria condizionata. Molto alti, come si può immaginare, i consumi, complici l’elevata massa, il vigore del possente motore e gli scadenti valori del coefficiente di penetrazione aerodinamica (CX). Mediamente non si fanno più di 5 chilometri a litro, ma è facile scendere ben sotto tale cifra. Nella lista dei proprietari di questa creatura di Sant’Agata Bolognese ci sono stati diversi sceicchi e personaggi famosi come Sylvester Stallone.

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ultimo aggiornamento: 27-12-2018