Lei si chiama Nayomi Andibuduge, nata a Roma diciotto anni fa da genitori dello Sri Lanka e il suo sogno è diventare Miss Italia, nonostante ancora non sia in possesso della cittadinanza italiana. È questa “ingiustizia” che ha spinto la ragazza a scrivere un’accorata lettera al Presidente Napolitano, per portare alla luce la sua storia, che è quella di molte altre ragazze nate e cresciute nella nostra terra ma che ancora non possono dirsi italiane a tutti gli effetti.
Nayomi porta alla luce una questione assai spinosa, di cui si dibatte ormai da un po’ di tempo e più energicamente dagli anni ’90, da quando cioè il nostro paese ha iniziato ad accogliere una buona fetta dell’immigrazione proveniente dai paesi balcanici. Ora la situazione è ancora più variegata, perché nel tessuto sociale si sono perfettamente integrati popoli di altre culture e continenti, i quali amano il nostro paese e vogliono continuare a viverci da italiani.
La Andibuduge partecipa a “Miss Italia nel Mondo”, assieme ad altre ragazze che come lei studiano e lavorano in Italia e per cui la cittadinanza dovrebbe essere un diritto più che una faticosa (e forse anche avvilente) conquista. Intanto Nayomi figura fra le sei finaliste del concorso nella sezione Mondo e siamo certi che la sua visibilità darà maggiore impulso alla protesta di cui si fa portavoce.
Domani, 9 settembre, sapremo se sarà proprio lei la reginetta di bellezza internazionale. E nel frattempo facciamo l’in bocca al lupo a tutte le altre, sia per il concorso sia per il raggiungimento dei loro sogni. Il compianto Gaber cantava “io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”. A quanto pare c’è chi si sente veracemente italiano ma purtroppo proprio per le leggi nostrane non lo è. Mi scusi Presidente, ma è ben strana la vita, ne conviene?
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