Correva il caldo agosto dell’anno 79 d.C. nel giro di ventiquattr’ore la baia di Napoli e le ricche e ridenti cittadine romane di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis che la contornavano vennero sepolte dalla furia del vulcano. Tonnellate di cenere, lapilli e gas letali, uccisero gran parte degli abitanti dando sepoltura ad una civiltà estremamente raffinata e decadente. Una tragedia raccontata dalle parole di Plinio il Giovane ed esposta nella capitale britannica fino al 29 settembre.
Dopo la Domus ricostruita nel cuore di Parigi ecco un’altra esposizione dedicata agli aspetti più intimi della vicenda. Più che sull’evento in sé, la mostra si concentra sul quotidiano di coloro le cui esistenze vennero brutalmente interrotte. Uomini e donne dediti alle loro occupazioni quotidiane, intenti al lavoro, alla cura delle abitazioni, all’ammirazione della bellezza, ai gaudenti piaceri della tavola e del corpo, in un dato di gaiezza estrema che connota ancora le popolazioni originarie delle falde del Vesuvio.
Tra le gioie del “cabinet secret” e i tesori custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le due città rivivono e consegnano ai visitatori uno specchio fedele della vita romana del primo secolo.
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Il tutto accompagnato da un evento cinematografico ad hoc, che gli interessati potranno ritrovare in numerose sale del Regno Unito, visite guidate e letture ad ingresso gratuito, come “Life and art in gardens at Pompeii and Herculaneum” per esplorare il favoloso mondo del verde dell’epoca, ricostruito attraverso i mosaici, la letteratura e gli affreschi, insieme a Linda Farrar, autrice di un testo sui giardini ai tempi dell’antica Roma.

Photo by Peter Macdiarmid/Getty Images.

Via | britishmuseum.org

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ultimo aggiornamento: 02-04-2013