Marcaccio inaugura oggi alla Jerome Zodo Contemporary Loveless: variations paintants dove espone le opere più recenti di pittura e scultura, a cui aggiunge un mix di tecniche dall’esito davvero esplosivo: digitale, fotografia e architettura. Paintant, termine coniato dall’artista, è un’opera mutante, che grazie alla forza espressiva dei diversi linguaggi interagisce con lo spazio, fino a cambiarlo. L’ artista si pone di fronte ad esso nel momento della creazione agendo.

La consistenza materica di questi “mutanti>”, esserini senza sublimazione dell’amore, li accomuna a quelli del suo compaesano Burri, ma la comunicazione è spinta ancora di più verso l’eccesso: verso l’uso smodato della materia che Fabian manipola con disinvoltura e fantasia caotica. Il silicone steso a fatica con la spatola sulla tela non è mai abbastanza, perchè va sentito con tutte le sfumature dei sensi. Strati spessi di corda di Manila sono avvolti attorno ad un telaio di tavole grezze, creando una maglia che cattura in un groviglio a metà tra il naturale e l’artificiale.

Non solo una tecnica sorprendente caratterizza i lavori di questo artista ex filosofo, ma una forte vicinanza alle tematiche sociali ed umane (gli scontri a Ruby Ridge e Waco, l’uccisione tra la folla di quattro imprenditori americani a Falluja, il massacro alla Columbine High School, la distruzione del corpo) raccontate proprio attraverso l’uso della tecnica.

Osservare questi trans-genici dell’arte rimaniamo a tratti senz’aria, ma il più delle volte invasi da un soffio di leggerezza, soprattutto quando riusciamo ad afferrarne le seduzioni della loro trasformazione.In mostra fino al 7 Giugno.

Foto| Da FB di Jerome Zodo Contemporary gallery e thatscontemporary.com

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ultimo aggiornamento: 12-04-2013