Sono 25 gli artisti americani che espongono le loro opere inedite fino al 21 Luglio a Roma e che riflettono sulla relazione tra città e individuo, tra fermento creativo e leggi della vita urbana.

Il riferimento è lei, la città americana, centro di uno Stato-Impero che condiziona a livello internazionale il panorama politico e sociale del capitalismo e che diventa più simile ad “jungla urbana”, quando i giochi di potere diventano retaggio dell’informazione, dell’economia e dell’arte. Nell’arte contemporanea di artisti americani, la ricerca non è solo un’analisi delle inquietudini del vivere quotidiano alla Hopper, ma è sperimentazione sulle nuove relazioni tra uomo e ambiente, immaginando un’alternativa concreta.

Jeff Koons ad esempio si relaziona con il mito del sogno americano, Rebecca Horn si rifugia nelle personalità artistiche che hanno reso famosa New York, Joe Pensato con la forza del linguaggio pop espressionista rivela i retroscena illusori delle icone americane, Antoine Catala con i suoi video, invece, il potere delle immagini nell’economia.

Il contrasto è davvero interessante: trasferire a Roma, città storica per eccellenza, i fermenti creativi dell’impero americano è come un viaggio nella macchina del tempo nella città Utopia.

A New York Dove i sogni sono fatti di calcestruzzo, Non c’è niente che tu non possa fare, Ora sei a New York, Queste strade ti faranno sentire come nuovo, Le luci ti ispireranno, Qui a New York

. Una canzone che è diventata un inno per la New York di oggi.

Foto| Palazzo delle Esposizioni, Roma

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ultimo aggiornamento: 14-04-2013