Le sculture ipperrealiste dell’australiano Ron Mueck incantano i visitatori della Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi. Ci abbiamo fatto un salto domenica pomeriggio, e dopo una bella mezz’oretta di fila, a conferma del grande successo della mostra, abbiamo avuto il piacere di ritrovarci faccia a faccia con le 9 sculture in esposizione fino al 29 settembre 2013. Tra di loro un solo esponente del mondo animale, un pollo dalle considerevoli dimensioni appeso a testa in giù sulla testa del visitatore, ma soprattutto un estratto di varia umanità dolente, rappresentato dalla donna che porta i rami, dall’uomo infreddolito sulla barca, dal ragazzo attonito ferito al costato, dalla giovane coppia di fidanzatini intimiditi, dalla madre con il figlioletto neonato stretto al petto ma anche dalla rassegnata e stanca armonia della coppia di anziani distesi sulla spiaggia, dalla grande maschera vuota e dal nuotatore da piscina, colorato in maniera estremamente innaturale dall’abbondante abbronzatura chimica.
Tutti realizzati con una cura del particolare disarmante, pronta a spingersi sin nella descrizione più accurata e realistica, ottenuta attraverso l’utilizzo di peli e capelli reali, il cui disorientante effetto familiare, accentuato dall’esattezza dei rossori e delle pieghe della pelle raggiunge l’apoteosi negli occhi della portatrice di rami, pronti a turbare la tranquillità del visitatore.
Incontro con uno degli scultori australiani più conosciuti degli ultimi decenni, i cui soggetti sconfinano nell’irreale per la loro mole, che sia questa molto più grande o infinitamente più piccola, perché i plasmati di Mueck non rispondono mai alla taglia che ci si aspetta nella realtà, ben più grandi o diminuiti, ci raccontano la storia muta di individui alienati e sofferti, rassegnati e consapevoli, nella disperata ricerca di rimedio alla propria straziante solitudine.

Dopo il successo riscontrato nel 2005 alla Fondation Cartier, questa nuova personale è la più completa e attuale rispetto alla produzione dell’artista. Svelerà com’è noto, oltre a sei opere recenti, tre sculture realizzate appositamente per la mostra. Tali opere, rivelate nell’intimità della loro creazione attraverso un film inedito, riaffermano tutta la modernità di un’arte a fior di pelle, potente e evocatrice.

Tre le opere pubblicate per l’occasione, un catalogo che ripercorre i vent’anni della “carriera”, un libretto che illustra le sue grandi collaborazioni con la Fondation Cartier, e un album da colorare destinato ai più piccoli, che potranno divertirsi a colorare, ma solo su carta, le opere di Mueck.

Via | fondation.cartier.com

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ultimo aggiornamento: 25-04-2013