Opere d’arte come “oggetti della mente” per l’artista, merito della filosofia Shanshui, o anche detta Montagna d’acqua, secondo cui si può arrivare a comprendere bene la natura solo conoscendo se stessi. Mentre qualche anno fa Yang Yongling riusciva a farci sentire fin troppo fragili di fronte all’imponenza delle sue opere (View of Tide era di ben 10 m di altezza) e farci sentire sopraffatti dallo spettacolo di paesaggi urbani sospesi nel vuoto soggetti ad improvvise esplosioni atomiche o circondate da gas densi, oggi,invece, sembra darci una speranza.

Ed ecco così che la serie parigina è una magica carrellata di paesaggi tranquilli rischiarati dalla luce lunare, in cui il contrasto tra distruzione e pacificazione, estremi di un mondo in eterna lotta, sembrano essersi attuttiti. Yang Yongling con i suoi collages digitali mescola la tradizionale inquadratura della pittura Shanshui, dominata da cascate, fiumi e montagne disegnati ad inchiostro, con un’ immagine nuova della natura “contaminata” dall’urbanizzazione. Tramite rielaborazioni al computer, ma mantenendo la cromia in bianco e nero della tradizione, l’artista riesce ad esprimere sentimenti e preoccupazioni contemporanee, dovute al progresso sfrenato di un Paese, in questo caso la Cina.

E se di fronte al cosmo e alla vastità della natura l’Uomo non è che una piccola presenza fragile e sempre in pericolo, nonostante l’apparente quiete, anche lo stesso paesaggio è pronto a nuovi capovolgimenti, variabili come l’animo umano.

Foto| Dal sito di Yang Yongliang

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 30-04-2013