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Agosto è ormai arrivato da due giorni e oltre a meditare su dove fuggire nei weekend più caldi per scappare dalla città, il pensiero di noi tutte vola al pranzo di Ferragosto, evento che la tradizione culinaria italiana vede come uno dei più luculliani e senza freni (secondo forse solo al cenone di Capodanno!).

E se fino a qualche lustro fa il menù classico a base di leccornie grosse e grasse (leggesi parmigiana con melanzane panate e fritte, pasta al forno strabordante di ragù e tiramisù con farcia al mascarpone e panna) aveva sempre e comunque la meglio su tutto e tutti, da qualche tempo è più facile vedere una piccola inversione di tendenza.

La modernità ha fatto venire fuori più etica e attenzione alla salute anche a tavola, con sempre più persone che eliminano le proteine animali dalla propria dieta o che semplicemente prediligono pasti più sobri, specie in estate. Ma alla fine della fiera chi vince a Ferragosto, il menù light di nuova concezione o il caro vecchio pasto all’italiana?

La risposta, manco a dirlo, non è universale. Tuttavia nella questioni di cucina resta ancora ben salda la distinzione Nord-Sud, con regioni meridionali in cui il “se la verdura non è in pastella che Ferragosto è?” e comuni nordici più pronti a portare la cucina macrobiotica, vegana e crudista anche sulla tavola del 15 di agosto.

Capiamoci bene, non è tanto una questione di persone quanto più di luoghi, in quanto la sciura milanese col pallino del riso thai scondito, così come il torinese più salutista con famiglia al seguito, sono i primi a cascare nella trappola del peperone arrostito e marinato in un lago di olio (peraltro buonissimo) se le vacanze estive le passano sotto il 42esimo parallelo.

La verità è che alla cucina saporita in pochi sanno dire di no, anche se normalmente sono ben abituati a dosare calorie, sale e grassi nella propria alimentazione. La differenza la fa la location in cui ci si trova, con una predilezione per il perdono della carne debole quando ci si rilassa in zone dove la tradizione culinaria di un certo tipo è forte e non ammette deviazioni.

Chi vi scrive è una recente migrata in terra Longobarda con chiare radici salentine e il Ferragosto già messo in agenda sotto la voce “pranzo di famiglia”. Ovviamente al Sud. E salvo scansare dal piatto la carne, l’intenzione è quella di cedere senza ritegno ai mille peccati di gola proposti. Per confessarmi ed espiare avrò a disposizione tutto l’inverno padano: semel in anno licet insanire. Lo dicevano i latini, mica pizza e fichi.

Gallery | da Flickr di Growing a Green Family; miss_yasmina; ninacoco; Heath Cajandig; miss_yasmina

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ultimo aggiornamento: 02-08-2015