C’è un pezzetto di America del Sud che si lascia guardare nel centro della cara vecchia Europa, si tratta di una serie di preziose opere d’arte dalle considerevoli dimensioni, che formano il corpus della mostra ospitata al Louvre di Parigi. Organizzata con il supporto del Fomento Cultural Banamex (Mexique), con la doppia curatela di Guillaume Kientz, del museo del Louvre, e Jonathan Brown, del New York Institute of Fine Arts, l’esposizione temporanea in questione (che chiuderà il 3 giugno prossimo) è un bel modo per riscoprire alcune suggestioni di un’arte cristiana dei secoli XVII° e XVIII°, una produzione ricca e poco conosciuta al grande pubblico ma ugualmente presente in molte collezioni.


Una realtà lontana da assaporare al primo piano presso l’Aile Denon grazie ad un percorso breve, ma intenso, supportato dal lavoro di recensione intrapreso congiuntamente dal Louvre e dall’Institut national d’histoire de l’art (progetto BAILA), e riportato in una pubblicazione che accompagna l’allestimento di:

Una selezione di una decina di opere presenta nel mezzo delle pitture spagnole il meglio di tale scuola “cugina”. Dal zurbaranismo monumentale di José Juárez alla foga barocca di Cristóbal Villalpando passando per la soave dolcezza di Rodríguez Juárez, il visitatore scoprirà le mutevoli fattezze di due secoli di creazione del Nuovo Mondo e potrà apprezzarne i rapporti allo stesso tempo di vicinanza e indipendenza, con l’arte iberica.

Il Messico al Louvre, panoramica
Il Messico al Louvre, cacciata della sacra famiglia
Il Messico al Louvre

Photo by Sara Rania da flickr.com

Via | louvre.fr/expositions/le-mexique-au-louvre

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 16-05-2013