E’ un’arte strettamente grafica e fortemente riassuntiva quella di Ferenc Pintér, illustratore e pittore di origine italo-ungherese scomparso nel 2008. Dal padre Jòzsef, morto quando Ferenc era ancora piccolo, ebbe il tempo di ereditare la passione per le forme, che perfezionò in Italia, e precisamente a Milano, dove era riuscito a rifugiarsi sfuggendo alla violenta reazione sovietica del 1956.
Le sue illustrazioni sono il volto dei noir costruiti con stile secco e pubblicitario per la Mondadori, con la quale ha collaborato per ben 32 anni a partire dal 1960. Sono sue alcune tra le copertine e le illustrazioni interne dei più noti classici del genere. Dall’Hercule Poirot di Agatha Christie, al Commissario Maigret di Georges Simenon, per un’elaborazione che si schiuderà agli occhi degli appassionati negli spazi meneghini della Galleria Pavesi a partire dalle 18 di stasera, giovedì 16 maggio 2013, dove saranno riunite sagome e illustrazioni che risulteranno straordinariamente familiari a molti lettori.

Un artista sui generis, capace di condensare in pochi tratti forti suggestioni cromatiche e geniali anticipazioni dell’atmosfera del testo, come confermano le citazioni seguenti, tratte da quella piccola bibbia che porta il nome di “Tutti gli Oscar di Pintér” (Little Nemo, Torino 2012):

“Siamo davanti a un artista, che ha esplorato in lungo e in largo le capacità espressive della pittura e della grafica pensata per lo spazio ristretto di una copertina di un libro. Che ha assunto le lezioni costruttiviste, rigettandole, che ha riproposto con il suo calibro le tavole di ispirazione giornalistica, che ha costruito un percorso che è bene individuabile pur nell’estrema diversità della soluzione di volta in volta praticata”. Stefano Salis, Pintér, L’anima in prima pagina.

“Pintér è stato un pittore? Lo è stato, e che pittore! Ma non nell’accezione comunemente adottata, quella di pittore da cavalletto. Egli era ben conscio di essere ‘solo’ un pittore grafico, o più precisamente un grafikus, un autore di manifesti (termine che l’italiano ‘grafico’ traduce molto parzialmente, ha sottolineato Antonio Pintér); sapeva di essere un artigiano il cui unico interesse era quello di fare un bel cartellone. […] Nel creare una copertina Pintér riesce a condensare tutto il testo in un’invenzione grafica”. Santo Alligo, I mille Oscar di Ferenc Pintér.

Via | pavesicontemporart.com

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ultimo aggiornamento: 16-05-2013