Le grandi dimensioni del murales e la capacità di sfruttare qualsiasi elemento dell’edificio (come gli angoli), mi hanno lasciato pochi dubbi sulla sua paternità e nonostante l’artista si fosse mimetizzato benissimo tra i colori è facile riconoscerlo. La presenza di un altro Hombre Banano, come l’ha soprannominato la stampa, realizzato all’Avenida Bolivar in Sud America nel 2005 e riproposto in una nuova chiave sulla facciata dell’ex caserma diventa quasi una firma. Che Blu abbia voluto creare un filo diretto con lo stesso clima di ribellione sudamericano e trasformarlo nel simbolo di una lotta per il diritto all’abitazione? Mi accontento di osservarlo da lontano ” armato” di cappellino e occhiali da sole.

Il Fronte del Porto, ex caserma dell’aeronautica, è stata trasformata in una montagna di personaggi extraterrestri con tanti occhi quante sono le finestre e sembrano guardarci ad ogni passo minacciando eventuali malintenzionati a non avvicinarsi. Un ex caserma protetta non più da filo spinato, ma da esseri in mimetiche molto vistose. E le interpretazioni arrivano ad ogni nuovo attento sguardo, senza dimenticare che da quando Blu ha cominciato alla fine degli anni Novanta, i suoi murales hanno denunciato situazioni politiche e sociali. La tecnica è perfetta, il linguaggio tra il pop e il surreale, rende la strada un grande fumetto da leggere, a volte ironico, altre volte tragi-comico.

Blu ha fatto numerosi murales nel mondo, in Sud America, ma anche in Palestina, a Grottaglie, Modena, Prato e Milano, Linares, Londra, Wroclaw, Eindhoven, Berlino, Grecia, ha collaborato con altri artisti come Ericailcane e realizzato video in Stop Motion come Muto, con l’amico regista Lorenzo Fonda a Buenos Aires. E’stato invitato da numerosi musei e istituzioni del mondo, ma mantenendosi sempre fedele alla sua strada.

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ultimo aggiornamento: 24-05-2013