Una struttura semplice, un tetto spiovente dalle pareti leggere come tele e significativa come il frutto di anni di ricerca formale che Andy Cross ha sperimentato in tutti questi anni. Un unica stanza, elemento base dell’architettura con tre finestre, su chissà quale panorama, bastano all’artista per capovolgere il lavoro e cominciare da capo: da una tela bianca su di un piccolo cavalletto.
Sembra la storia di uno scansonato ragazzo ribelle racchiusa nelle pareti semplici di un sogno e invece Andy Cross, artista di Brooklyn, non fa che riflettere attraverso l’azione artistica sui cambiamenti della nostra società e in particolare sull’atteggiamento un pò famelico dell’Occidente. Ad ogni scoperta corrisponde uno sfruttamento e da qui la trasformazione delle proprie scoperte in feticci assoluti. Andy Cross dimostra di non averne, riutilizzando i suoi dipinti in stile Neo-espressionista e facendoli diventare una nuova partenza.

L’artista, che prende tutt’altro che alla leggera lo stato dell’arte, vuole porre l’accento sulle opere dei depositi, quelle che si accumulano e che non vengono vissute realmente, che ogni giorno qualcuno decide di sottrarre alla nostra vista:

Noi sentiamo le cose attraverso i nostri occhi più di quanto le vediamo. Vedere è un’esperienza psicologica. Quindi ogni nuova opera è un esperimento, nel linguaggio della pittura, nel mondo della psicologia pittorica.

Perchè l’arte è un’esperienza emotiva da vivere.

Foto| Andy Cross site

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ultimo aggiornamento: 30-05-2013