Fortuna che l’aspetto non conta. Siamo tutti impegnati a parlare di libertà, di parità di genere, di abolizioni degli stereotipi e di abolizione della taglia 38. Parole e azoni sembrano però non progredire parallelamente. Lo dimostra uno studio condotto da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari, secondo cui una donna su due ha ricevuto critiche per i chili di troppo proprio sulla rete.

Il fenomeno si chiama body shaming e non è per nulla lusinghiero. La ricerca è stata condotta tra circa 4mila italiani, uomini e donne tra i 18 e i 55 anni, attraverso un monitoraggio dei principali social network, blog, forum e community.

A dimostrazione di questa tendenza, che non è un “vanto” solo nazionali, sono stati i giochi olimpici di Rio. Moltissimi gli aggettivi utilizzati per descrivere i corpi delle atlete: per esempio la ginnasta Alexa Moreno è stata paragonata a “Peppa Pig”. Quali sono le critiche principali? Quelle che riguardano la pancia (45%), al terzo il fondoschiena (41%) e in ultimo le braccia (22%), punto vulnerabile soprattutto per le over 40. Questo genere di critica mina moltissimo l’autostima delle persone (45%), aumenta lo stato d’ansia (43%) e scoraggia (38%) chi sta provando a mantenere una dieta sana ed equilibrata per tornare in forma. A soffrirne di più sono soprattutto i giovanissimi.

Via | Repubblica

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ultimo aggiornamento: 03-09-2016