Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, una ricorrenza che è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quasi dieci anni fa (il 17 dicembre 1999) per ricordare le vittime di femminicidio e sensibilizzare tutti su questo argomento, così importante e così tristemente attuale. L’attualità oggi passa dal web, le notizie vengono riportate sui giornali, ma la maggior parte di noi consulta i quotidiani online per sapere cosa accade nel mondo, sono sempre fruibili e sempre aggiornati e sono certamente un ottimo mezzo di informazione. Con la diffusione delle notizie sul web, dove tutto rimane per sempre, è nata l’esigenza di sparire dalle ricerche su google e dai mille mila siti che riprendono le notizie. Questa richiesta si chiama diritto all’oblio e permette di essere “cancellati” dal web e dalle ricerche, una cosa che ha senso in caso di notizie false, pene minori o infondate, foto rubate e situazioni limite in cui viene messa a rischio – a ragione o per errore – la dignità di una persona.

Il diritto all’oblio è materia giuridica ed è stato introdotto nel 2014 con la Sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2014 (v. Corte Giustizia Europea, C-131/12 del 13 maggio 2014), con la quale la Corte ha condannato Google a eliminare dalle proprie ricerche dei siti internet che riportavano notizie lesive della sfera privata e della dignità di un cittadino europeo di origine spagnola. In Italia il diritto all’oblio è stato accordato più volte e nel 2017 anche per le ricerche fuori dall’Unione Europea.

Ma il diritto all’oblio è un diritto per tutti o uno di quelli che bisognerebbe meritare? È vero che a volte una notizia sul web viene trasformata, stravolta, ingigantita e falsata, ma è pur vero che di alcuni soggetti è sempre bene sapere nome, cognome, faccia e fedina penale. Ci sono pene che non dovrebbero mai cadere in prescrizione e fatti di cronaca che bisognerebbe sempre ricordare, perché se è vero che esistono il perdono, le pene, lo scontare i propri reati e pagare i propri debiti con la legge, è anche vero che ci sono cose che non possono avere diritto all’oblio.

Come possono avere diritto all’oblio uno stupratore, un pedofilo o un assassino? Un uomo che ha violentato una donna, che l’ha picchiata, che ha messo fine alla sua vita o l’ha sfigurata per sempre, ha davvero il diritto di ricominciare a vivere come se nulla fosse accaduto? Io credo proprio di no, come non c’è diritto all’oblio per il dolore, per un viso sfigurato dall’acido o per una morte ingiusta, non dovrebbe esserci nemmeno per chi queste cose le ha provocate.

Il diritto all’oblio, per quanto mi riguarda, va meritato e concesso nei casi in cui ci siano stati errori o la notizia sia stata ingigantita in modo anomalo, se la persona in questione si è pentita davvero e ha cambiato vita (cosa che si può appurare in molti anni e non certamente in poco tempo), o se al tempo dei reati si era troppo piccoli o poco lucidi per comprende a pieno le proprie azioni.

Ma come da certe ferite non si può guarire e non si può tornare a vivere dopo essere state violate e aggredite, nessuno stupratore o aggressore ha diritto di rifarsi una vita da zero. Non fosse altro che per dare una chance alle persone che lo incontreranno di avere a disposizione tutti gli strumenti per sapere con chi hanno a che fare.

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ultimo aggiornamento: 25-11-2018