Ad oggi la pianta di vischio è associata alla tradizione tipicamente natalizia del classico bacio sotto i rametti con le bacche fresche, appesi alle porte. Eppure se andiamo indietro nel tempo, e più precisamente all’epoca dei Celti, ci sono storie e miti legati a questo arbusto così particolare.

Il vischio era infatti una pianta sacra per i popoli celtici, che gli attribuivano una serie di proprietà mediche (“la panacea in grado di curare tutti i mali) e magiche, che affondavano le loro radici nelle conoscenze officinali dei Druidi, ma anche nella credenza popolare.

La pianta di vischio, nome scientifico Viscum album, è sempre stata considerata un arbusto legato al mondo divino, così come al concetto di vita e morte. Questo deriva dalla sua particolare crescita, che non avviene nel terreno, ma lo vede invece prosperare sui tronchi di alcuni tipi di alberi.

Il fatto che fosse in qualche modo “sollevato” dal suolo, ha reso il vischio una pianta sacra ai Celti, che vedevano in esso un chiaro parallelismo col mondo degli dei. Come detto, anche il concetto stesso di vita e morte era espresso alla perfezione da questo arbusto.

Il vischio era infatti visto come metafora del ciclo vitale delle creature viventi. La pianta in sé stessa rappresentava infatti il trapasso dell’essere umano, favorito dall’uccello trasportatore (il vischio attecchisce su nuove piante proprio grazie agli uccelli) e dall’intervento divino, che ridonava la vita.

Per questo motivo il vischio è anche un simbolo di rinascita, trattato dai popoli Celti con le dovute attenzioni del caso. Il rito per la raccolta prevedeva che fosse reciso solo nel sesto giorno di luna crescente, avvolto in un panno bianco e toccato esclusivamente dal druido officiante, sempre vestito con abito chiaro.

La pianta ha conquistato negli anni il ruolo di porta fortuna, agganciandosi proprio alla tradizione celtica. Nel Nord Europa si iniziò ad appendere il tradizionale rametto con le bacche bianche alle porte per allontanare la malasorte e favorire invece accadimenti positivi.

Nell’800 nel Regno Unito la pianta era già sinonimo di fortuna in amore per le ragazze che avessero baciato il proprio uomo sotto il vischio, garanzia di matrimonio fortunato nell’arco dell’anno successivo. Per allontanare il rischio di restare nubili, le giovani donne erano anche solite bruciarlo alla fine delle feste natalizie, un rito pagano che si credeva scongiurasse una vita senza un compagno.

In Europa la tradizione del vischio porta fortuna è ormai sentita un po’ da tutti e, credenza o meno, ad un bacio sotto i rametti beneaugurali, difficilmente si dice di no. Anzi, è una deliziosa occasione per scambiarsi un gesto di affetto, approfittando delle feste natalizie. Amicale o appassionato.

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ultimo aggiornamento: 25-12-2018