Mentre impazza il dibattito sullo sviluppo verticale nelle megalopoli, con le costruzioni da vertigine che spuntano come funghi ma per lungo tempo restano pressochè disabitate, avviene in parallelo uno sviluppo di progettualità eco-sostenibile volta al connubio tra innovazione tecnologica e recupero massimo della connessione con la natura. Perchè se è vero che i grattacieli odierni vengono costruiti secondo i dettami del risparmio energetico e con un occhio sensibile volto ad una nuova vivibilità sociale fatta di meno parcheggi e più aree di interscambio, le soluzioni abitative a carattere immersivo in quel che resta dell’ambiente naturale, si moltiplicano.

E’ il caso di Stephen Turner, ideatore dell’Exbury Egg, un progetto trans-disciplinare della durata di un anno, che mescola l’intervento architettonico nel paesaggio alla sua eco-compatibilità; il tutto con un’utilità specifica, in quanto l’uovo è una base per studiare l’effetto dei cambiamenti climatici sulle forme di vita che popolano l’estuario e che di fatto, avranno inevitabili interazioni con questo elemento umano/non umano. Niente insetticidi per i ragni, niente trappole per conigli quindi, l’Exbury Egg si prepara ad accogliere tutte le forme di vita che ad esso si avvicinano; ma anche frotte di studenti da educare al rispetto della natura attraverso un sapiente mix in divenire, tra scienza e tecnologia. in questa pagina tutte le immagini con gli sketches, il making of e i dettagli degli interiors, qui invece l’immancabile profilo Twitter per gli up to date.

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ultimo aggiornamento: 20-06-2013