La statistica sarà pure una scienza fredda, ma di certo non si può dire che non sia in grado di inquadrare i numeri di un problema. Dall’Istat arrivano cifre agghiaccianti circa il numero di donne molestate sessualmente sul posto di lavoro, con 842mila che hanno denunciato di aver subito ricatti da colleghi o superiori.
La ricerca è stata presentata ad un convegno indetto dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, dedicato al tema caldo della violenza sulle donne in ambiente lavorativo. La direttrice del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istituto, Linda Laura Sabbadini, ha messo in tavola dati tutt’altro che rassicuranti.
Secondo la ricerca 488mila donne hanno ricevuto richiesta di disponibilità a rapporti sessuali, per 247mila si è trattato di una conditio sine qua non per poter ottenere il posto di lavoro, mentre per altre 234mila è stata la proposta indecente per mantenere il posto o per avanzare di carriera. Altre 125mila poi hanno ammesso di aver subito pressioni e ricatti.
La conclusione dell’indagine è che siano più di un milione le lavoratrici a rischio molestia sul luogo di lavoro. Forse qualcuno ricorderà un’altra ricerca Istat sul biennio 2008-2009, incentrata sulla sicurezza dei cittadini, in cui si rendeva noto che quasi un milione e mezzo di lavoratori aveva sperimentato situazioni di disagio a causa di vessazioni, ricatti e molestie. Ovviamente una buona percentuale di questi erano donne.
La situazione pare non essere cambiata di una virgola. Ai ben noti problemi di ricerca e mantenimento del posto, si sommano altre tristi faccende che con il motto “il lavoro nobilita l’uomo” proprio non hanno nulla a che vedere.
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