Antoni Gaudì è l’architetto catalano che più ha trasformato le architetture di Barcellona, dando vita a vere e proprie icone indelebili nella memoria di chi visita la bella città costiera, capoluogo della Catalogna, lasciando la sua impronta nei tempi. Lo sa bene BigG che oggi omaggia, a 161 anni dalla sua nascita, proprio lui, l’abile plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro, come lo definì Le Corbusier.

Nel doodle di oggi, Mister Google che tutto sa e tutto vede, ricorda le opere di Gaudì meno conosciute al grande pubblico, quei pochi capolavori che non si concentrano nei confini di Barcellona. Tra questi c’è Il Capriccio di Comillas, Il Palazzo Episcopale di Astorga, la Casa Botines di Leon, la Cantine Guell di Garraf, e il restauro della Cattedrale di Santa Maria di Palma di Maiorca.

Ma Gaudí a Barcellona ha dato tanto, e a Barcellona ha anche trovato prematuramente la morte, sotto le ruote di un tram della città nel lontano 1926. L’architetto catalano nasce e vive nell’epoca di pieno rinascimento catalano, detto anche Reinaixença , periodo di grandi idee e dinamico sviluppo, con la città pronta a trasformarsi in metropoli di riferimento sul Mediterraneo; negli anni in cui si costruiscono università e musei, vengono ristrutturate le strutture pubbliche. È proprio in questi anni che un giovanissimo Gaudì decide di trasferirsi nel cuore della movida artistica e culturale. Nella Ciutat Comtal l’artista sperimenta gli studi alla Scuola Superiore di Architettura, dove si diploma nel 1878. Uno studente tra tanti, mediocre e spesso non troppo bravo e neanche troppo costante, tanto che a metà percorso lascia gli studi.

Ma Gaudì non si arrende certo e continua a frequentare architetti noti del periodo e a farsi il nome nell’ambiente d’èlite della Barcellona tra il il XIX e il XX secolo, inseguendo il sogno di far rinascere l’architettura catalana con un nuovo stile, mai visto prima. Nel 1878 progetta Casa Vicens. Da questo lavoro Gaudì sviluppa una passione per le architetture gotiche e moresche e un amore particolare per le decorazioni sontuose.

L’arte di Gaudì tuttavia era sempre in evoluzione, ben presto non ci sarà più spazio agli schemi espressivi più classici. L’architetto diventerà uno dei precursori dello stile liberty. Ora Antoni Gaudì riposa nell’eternità della sua opera magna, quella Sagrada Familia che l’architetto voleva elevare fino all’impossibile, lassù verso il cielo dell’infinito e vicino alla mano di Dio.

Nel presente attuale non c’è giorno in cui le sue opere d’arte più oniriche e emblematiche, solo per citarne alcune il Parc Guell, o la surrealista Casa Batlló di Passeig de Gracia, non siano affollate di visitatori da tutto il mondo. Non c’è da stupirsi, Gaudí interessa da sempre sia gli addetti ai lavori che i proseliti della sua arte, non solo per le sue visioni al limite del futuristico e del geniale, ma anche per le sue notevoli doti di rivoluzionario ingegnere strutturale.

Noto anche come Architetto di Dio, per la sua profonda fede cattolica, Gaudí ha lasciato ai posteri bellezza e innovazione. Sette delle sue più incredibili opere, tutte situate nel centro di Barcellona, sono entrate a pieno titolo tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1984.

Via | Tierra , The Guardian Uk

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ultimo aggiornamento: 25-06-2013