L’Independent Web-Pavilion of the Indigenous Tribes of the Amazon Basin, progetto ideato e curato da Angelo Marino, ha aperto solo qualche giorno fa, e precisamente alle ore 11.30 del 14 luglio 2013. Nel suo scheletro concettuale la volontà di narrare le tribù di Indios del bacino amazzonico, il loro numero esatto non lo sappiamo, ma è contenuto in qualche imprecisato punto della piuttosto vaga indicazione 30/40, che lascia spazio all’immaginazione così come un percorso piuttosto scarno, che si nutre proprio di vuoti, cedendo il passo al silenzio, coperto unicamente da rumori attivi nei quali emergere una capacità di vivere altra, estremamente rispettosa dell’ambiente dal quale tra linfa e sostentamento, anche spirituale. Quel che resta di questa singolare esposizione virtuale sono tre immagini ed un “rumore”, coordinate di un modus vivendi costruito in bilico, lottando per opporsi ad una civilizzazione ben lontana dalla civiltà.
Ed ecco che i verdi ritratti di quella foresta, immenso polmone verde costantemente minacciato, si mescolano ai volti di Omarino e Ricudo, due Indiani Witoto resi schiavi e portati nel Regno Unito agli albori del XX° secolo, in un’epoca di grandi scoperte ed immani distruzioni che ha rosicchiato poco a poco, gran parte delle abitudini tradizionali di quei pochi popoli ancora “selvaggi”.

Independent Web-Pavilion of the Indigenous Tribes of the Amazon Basin è:
UNA ASSENZA!… un omaggio.un suggerimento.una emozione.una preghiera.una sconfitta.un tradimento.una ipocrisia.un dolore.un disagio.un pianto.un grido.un singhiozzo.una ferocia.un crimine.una voce.10 voci.100 voci.1000 voci.10.000 voci.100.000 voci.un milione di voci.milioni di voci.un messaggio.un grido.una frustrazione.una speranza.una possibilità.una indifferenza.una azione.una apocalisse.un riscatto.una molestia.un furto.una tragedia.una partecipazione.una scoperta.un silenzio.una visione.una negazione.un ritorno…”

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ultimo aggiornamento: 16-07-2013