Dopo Roma e Milano, apre ufficialmente oggi anche a Sondrio lo sportello “Stalking e Mobbing” dell’associazione Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori). Una scelta dettata dalle molte denunce registrate da quando un anno fa è stata introdotta la nuova tipologia di reato. Stalking e mobbing fanno parte di un mondo sommerso in cui molti sono vittime di paura e mala informazione, i due motivi principali per i quali gli episodi non vengono denunciati.
Stalking e mobbing sono un tema di estrema importanza e delicatezza. Nella provincia di Sondrio alcuni gruppi di volontari stanno già lavorando attivamente in collaborazione con gli enti pubblici su forme di maltrattamento del genere. Tra i vari progetti è in atto la realizzazione di un centro d’accoglienza per le donne vittime di violenza. Con il debutto di questa nuova iniziativa si auspica la viva collaborazione tra tutte le forze scese in campo, evitando il sovrapporsi di competenze al fine di costruire una rete efficiente e differenziata.
Oggi il primo passo per chi ha subito o subisce tuttora persecuzioni di questo genere è una telefonata ai numeri 0342/214586 – 338042735 dai quali riceverà immediata assistenza psicologica e legale. Ovviamente per chi risiede a Sondrio e nella sua provincia.
L’incontro di lancio si è svolto ieri presso la Camera di Commercio alla presenza delle autorità cittadine, sindacali, del coordinatore nazionale Adoc, Carlo Pileri e della vice-presidente nazionale Camilla Occhionorelli Pinna del MOICA (MOvimento Italiano CAsalinghe).
E’ noto che le persecuzioni più segrete sono sempre state quelle in ambito familiare, senza distinzioni di sessi. In tempi più recenti si è diffusa la mentalità vergognosa della violenza alla donna in luogo pubblico. L’Adoc interviene legalmente anche contro abusi psicologici, angherie, vessazioni, emarginazione perpetrati in ambienti lavorativi, ovunque sia lesa la dignità personale dell’ individuo, senza distinzione di sessi.
“L’idea nasce per dare risposte a tutti i cittadini che hanno noi come punto di riferimento“, ha spiegato il presidente Adoc provincia di Sondrio, Adelino Tralli. “Confrontandoci con il MOICA provinciale è stata riscontrata la presenza certa di questi disagi, con particolar riferimento all’ambito familiare. A partire dalle ore 8:00 del 15 gennaio lo sportello sarà aperto per tutti, uomini e donne“.
La vice-presidente nazionale del MOICA sostiene che spesso ciò che manca è la giusta informazione. In momenti critici avere a disposizione un numero amico o le spiegazioni di qualcuno che può aiutarci quanto meno a capire cosa possiamo fare, è fondamentale. “Il Movimento Italiano Casalinghe rappresenta le manager della casa, quelle che si occupano della famiglia veramente, non quelle rappresentate in TV –ha affermato la Occhionorelli-. Noi scendiamo in prima fila nel combattere i maltrattamenti contro le donne. Perché a casa ci tornano le figlie deluse e preoccupate per il lavoro. Perché le donne vengono maltrattate in casa, perché vengono aggredite per strada. Da questa realtà il Movimento si è fatto promotore di corsi di difesa personale e soprattutto di un fondo a disposizione delle donne meno abbienti che devono per esempio affrontare un processo. Di parole se ne spendono fin troppe –conclude- mentre i fatti sono troppo pochi. È ora che la situazione cambi“.
Mobbing, una parola oggi tanto sentita ma quasi mai capita. Si parla di mobbing quando un lavoratore viene perseguitato psicologicamente, quando si manifesta una sì profonda aggressione da creare disagi interiori alla persona. Ciò può avvenire in maniera verticale (se fatto da un capo) o in maniera orizzontale (se fatto da un collega).
Secondo molti studi si registrano casi di mobbing sui posti di lavoro sin dagli anni’60, ma oggi i casi sono in aumento esponenziale, in particolare in un periodo di crisi come questo, un momento in cui non ci sono sbocchi professionali e si fa di tutto, letteralmente si fa di tutto, per mantenere il posto di lavoro. Anche arrivare a vivere gravi disagi ed essere depressi e ansiosi.
In Italia non esiste una normativa chiara per questo maltrattamento, occorre far riferimento alla giurisprudenza, ma non c’è nulla di vincolante. I ricorsi per mobbing sono difficili da dimostrare e vengono rigettati quasi sempre, perché scarseggiano le testimonianze ed è difficilissimo dimostrare l’intento persecutorio di chi lo esercita. Subire mobbing può avere conseguenze emotive, comportamentali e anche psichiatriche. “Si sono riscontrati sintomi di cefalea, tachicardia, disturbi dell’equilibrio, tensione, disturbi del sonno e dell’umore, disturbi dell’alimentazione, farmaco-dipendenza, sindrome ansioso-depressivo e infine anche disturbo post-traumatico da stress“, ha spiegato la psicologa e psicoterapeuta Federica Forni.
Diversa la situazione legislativa dello stalking per il quale è stata invece introdotta una norma che ne disciplina la materia. “Vittime di questa persecuzione non sono solo le donne, ma queste sono la maggior parte“, ha affermato l’avvocato dell’Adoc Ausilia Fumasoni. Stalking (che vuol dire ‘perseguitare’) indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.
“Lo stalking –ha spiegato l’avvocato- può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione interpersonale e chiunque può esserne vittima. È un modello comportamentale che identifica intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone. L’atto persecutorio può inoltre sfociare in reati più gravi come le minacce, le percosse fino all’uccisione“.
“Lo stalker (il persecutore) –ha spiegato invece la psicologa Federica Forni- è una persona molto sensibile alla separazione, al timore dell’abbandono o dell’allontanamento di una persona amata, al rifiuto, alla sottrazione ingiustificata di una persona cara. Oggi gli esperti si sono accorti che creare profili di stalker può aiutare a trovare soluzioni di tamponamento immediato proprio per lui stesso“.
Questa particolare sensibilità può manifestarsi in ogni relazione interpersonale, quindi in famiglia, in coppia, sul posto di lavoro o anche a scuola.
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