Simbolo immutabile del Festival di Cannes, ambita da tutti i registi del pianeta, la Palma d’Oro, premio al miglior film in gara, festeggia quest’anno sessant’anni. Ma la Palma d’Oro non è sempre stata così come la conosciamo oggi. Il riconoscimento supremo è stato sottoposto a diversi cambiamenti da quando è stato creato il Festival, prima di raggiungere la sua forma più nobile e riuscita nei laboratori della maison Chopard.

Fino al 1954, infatti, la Giuria del Festival attribuiva un “Gran Premio del Festival Internazionale del Film” al migliore regista della selezione. Al vincitore veniva consegnata un’opera di un artista contemporaneo in voga, per esempio quadri figurativi di pittori o vasi di Sèvres. La Palma d’Oro non era ancora nata. Nel 1954, Robert Favre Le Bret, l’allora Delegato Generale, invitò i gioiellieri a proporre dei trofei ispirati al motivo della palma, in riferimento alle palme della Croisette e allo stemma della città (la palma figura sullo scudo che evoca la celebre leggenda di Saint Honorat). Quando, poco prima dell’anno Mille, il villaggio di Cannes fu ceduto all’Abbazia di Lérins, sull’isola Saint Honorat, al largo delle sue coste, la palma, che era l’emblema dell’Abbazia, divenne anche quello della città. Una palma fiera e vittoriosa, simbolo dell’albero sul quale si arrampicò Saint Honorat affinché il mare potesse ripulire l’isola dai serpenti che la infestavano. Fu scelto il progetto della creatrice di gioielli Lucienne Lazon che, secondo un’altra leggenda, avrebbe disegnato la sua Palma a quattro mani con Jean Cocteau, all’epoca Presidente della Giuria e consigliere.

Nel 1955, la prima Palma d’Oro, assegnata a Delbert Mann per Marty, vede la luce insieme a un altro mito: Brigitte Bardot. Nel 1964, però, per via di alcune contestazioni, il trofeo scompare per dieci anni e il Festival torna alla formula del Gran premio e del diploma. Nel 1968, gli eventi di maggio interrompono i festeggiamenti. Per la prima volta nella storia del Festival non viene consegnata nessuna ricompensa. Nel 1974, Francis Ford Coppola sarà l’ultimo a ricevere un’opera d’arte accompagnata da un ingombrante diploma per il suo film La conversazione.

Occorre attendere il 1975 per vedere ricomparire la Palma, su richiesta di Maurice Bessy, a quei tempi Delegato Generale, che vuole dare nuovo lustro a questo scintillante simbolo. La Palma è adagiata in uno scrigno di marocchino rosso pieno fiore, capitonné di daino bianco. All’inizio degli anni 1980, la forma arrotondata della base sulla quale poggia si trasforma progressivamente in piramide. Nel 1992, Thierry de Bourqueney ridisegna la Palma e la sua base e opta per il cristallo tagliato a mano. L’anno successivo, per la prima volta nella storia del Festival, è una donna a ricevere la Palma d’Oro. Con Lezioni di Piano, la neozelandese Jane Campion è, a oggi, l’unica donna ad avere ottenuto il premio supremo. Gilles Jacob, presidente del Festival dal 2001 al 2014, ricorda: “Jane è femminista, ha fatto notare con piacere che è la prima donna a essere premiata. La soprannominerò “Lady Palma d’Oro”!”.

Nel 1997, in occasione del Cinquantesimo anniversario del Festival, la Palma delle Palme è assegnata a Ingmar Bergman per l’insieme della sua opera, alla presenza degli altri ventotto detentori del trofeo. Lo stesso anno, la Maison Chopard decide di aprire una boutique sulla Croisette, con Eva Herzigova, Ornella Muti e Carla Bruni come madrine, e Caroline Scheufele, Co-presidente e Direttrice Artistica di Chopard, ha l’idea di inaugurarla durante il Festival per creare una sinergia tra i due eventi. Contatta gli organizzatori per immaginare come dare forma a un’eventuale collaborazione. È l’inizio di un sodalizio destinato a consolidarsi nel tempo e tuttora in essere: “Durante il mio primo appuntamento con Pierre Viot, l’allora Presidente del Festival”, ricorda Caroline Scheufele, “ho visto la Palma proprio dietro di lui, nel suo ufficio. Ho chiesto di poterla osservare più da vicino e notando il mio interesse, Pierre Viot mi ha chiesto se volessi proporgliene una nuova versione, un “restyling” per così dire. Felice dell’idea, mi sono subito messa al lavoro con passione!

Caroline Scheufele decide di alleggerire la Palma pur conferendole più volume e maggiore profondità, insistendo sulle nervature dello stelo e delle diciannove foglie regolamentari. Inoltre, disegna lo stelo in modo che all’estremità formi un cuore, uno degli emblemi dei gioielli Chopard. Essendo la Palma la ricompensa più ambita della Settima Arte, Caroline Scheufele vuole che il trofeo sia all’altezza di quello che rappresenta: che sia prezioso, in ogni significato del termine. Le Palme del 1998 e 1999 sono in vermeil, una base d’argento dorato 30 micron di oro fine, mentre il secondo millennio regala alla Palma il suo peso in oro 18 carati, 125 grammi per l’esattezza. Caroline Scheufele aggiunge al trofeo un ulteriore dettaglio di valore: una base di cristallo di rocca che assume la forma di un diamante taglio smeraldo. La Palma è presentata all’interno di uno scrigno di marocchino blu reale. Nel 2001, dopo che Lars Von Trier, sull’onda della felicità, brandisce la Palma per Dancer in the Dark e questa cade, è stata aggiunta una sicurezza alla custodia.

Marc Couttet, direttore del dipartimento creazione dell’Alta Gioielleria di Chopard, commenta con entusiasmo il nuovo look: “La Palma oggi è dinamica, ben disegnata, allegra, innamorata con il suo cuore scolpito nel taglio dello stelo e così glamour sul suo letto di cristallo! Il cristallo di rocca sul quale poggia la Palma è un simbolo che riveste la stessa importanza del trofeo. Il materiale duro e trasparente, ma non dappertutto, conferisce al premio tutta la sua singolarità. La lavorazione “givré”, le inclusioni, le fratture naturali, l’effetto opaco bianco che caratterizzano il materiale naturale della gemma sono indicatori dell’atmosfera del film vincitore e del suo regista, che può essere limpido, glaciale, nebuloso, che può dividere, essere torbido o lungimirante…”.

Per ottenere un cristallo che abbia le qualità e le dimensioni richieste per il trofeo, Marc Couttet e la sua squadra partono da un pezzo grezzo di circa tre chili, che deve essere segato, sgrossato, tagliato e lucidato nel corso di numerose operazioni. Un trattamento speciale che richiede un ingente investimento e un know-how estremamente qualificato e che dimostra come questa Palma sia lavorata “come fosse un gioiello”, cosa che non accadeva in precedenza. Alla sua realizzazione partecipano sette artigiani e occorrono circa quaranta ore per realizzare il modello in cera, colare il gesso nel forno a 760 °C, iniettare l’oro nello stampo, procedere alla lucidatura e fissare la palma sulla sua base in cristallo di rocca.

All’inizio degli anni duemila, Caroline Scheufele decide di porre rimedio a un’ingiustizia realizzando le mini-palme, repliche perfette della versione più grande, da consegnare agli attori e alle attrici per la loro interpretazione, i quali fino a quel momento ricevevano solo un certificato. Nel 2006, è stato necessario realizzare un numero maggiore di mini-palme per Days of Glory (Indigènes) (cinque attori premiati) e Volver (sei attrici premiate), che hanno vinto i trofei collettivi per l’interpretazione! Nel 2013 la Palma d’Oro è stata creata in triplice copia, quando Steven Spielberg e la sua giuria decisero di ricompensare a pari merito il regista Abdellatif Kechiche e le due attrici Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux per La Vita di Adele. “La decisione del Presidente Spielberg di voler eccezionalmente premiare due straordinarie attrici, conferendo loro le Grandi Palme, solitamente riservate al Film, fu di una straordinaria portata trasgressiva!” afferma con entusiasmo Gilles Jacob.

Léa Seydoux non si è ancora riavuta dalla sorpresa: “Ero felicissima di essere inclusa in un premio tanto prestigioso. Mi sarei aspettata a un premio all’interpretazione per La Vita di Adele o alla Palma per il film, ma non a questa tripletta di Palme d’Oro. Per me è stata la consacrazione del mio lavoro svolto in questo film in particolare, ma anche del mio percorso. È come se questa Palma avesse convalidato la mia scelta di diventare un’attrice. È il simbolo del Festival di Cannes così come lo immaginavo da bambina, quando ancora non pensavo che avrei recitato. L’immagine di un mondo incantato, incredibile e misterioso. La vedo tutti i giorni sul mio camino!”.

Thierry Frémaux, Delegato Generale del Festival, descrive la portata inestimabile della Palma d’Oro: “Ogni consegna della Palma è singolare e bellissima. Potrei raccontare ogni momento vissuto di ogni edizione. Quando una Palma d’Oro consacra un grande maestro, come nel caso di Malick, Haneke o Polanski, è straordinario perché si ha la sensazione che Cannes sposi la storia. Vorrei che rimanesse per sempre il sacro Graal che ogni regista desidera ardentemente ricevere. Che continuasse a consacrare il talento premiando grandi artisti o scoprire quelli che saranno i grandi registi di domani.”

Nel 2014, Chopard prosegue il proprio impegno per lo sviluppo di un lusso sostenibile, avviato con il progetto The Journey to Sustainable Luxury creato da Livia Firth, fondatrice di Eco Age, e lanciato nel maggio 2013 durante il 66° Festival di Cannes. Il fabbricante di orologi e gioielli decide, quindi, di realizzare la Palma in oro “Fairmined”, estratto nel rispetto degli uomini e dell’ambiente. “Sono lieta e orgogliosa che la Palma d’Oro che ho disegnato diciassette anni fa, questo simbolo così forte, noto e riconosciuto nel mondo intero, possa oggi beneficiare di un oro tracciabile, estratto nel rispetto degli uomini e dell’ambiente”, afferma Caroline Scheufele.

Thierry Frémaux ne è felice: “Il Festival di Cannes non è un evento fuori dal mondo. Dietro il tappeto rosso, il glamour e la passione esclusiva del cinema, ci sono le nostre vite. La questione dello sviluppo sostenibile è al centro delle nostre preoccupazioni. L’idea di Chopard di affrontare questo discorso creando gioielli etici e ricorrendo all’oro “Fairmined” per la Palma è fondamentale. Siamo orgogliosi e felici della posizione presa dal nostro partner e dei suoi profondi convincimenti”.

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ultimo aggiornamento: 12-05-2015