Tra le novità che riguardano il mondo della scuola, come i libri digitali (nonostante il parziale dietrfront) e l’abolizione del bonus maturità, ce n’è una che manca all’appello al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza: quella sull’insegnamento della Storia dell’Arte nelle scuole secondarie superiori italiane.

Infatti in seguito alla riforma Gelmini, la materia non si studia più al biennio delle superiori. Compare qualche ora in più soltanto nel triennio del liceo classico.

A febbraio gli insegnanti avevano lanciato un appello su un portale di petizioni online. Eccone uno stralcio:

E’ ormai nota a molti l’entità dei tagli subiti da questa materia in diversi indirizzi delle scuole secondarie superiori. Nel Paese dei Beni Culturali per eccellenza, impedire ai ragazzi di maturare una adeguata conoscenza del proprio patrimonio storico-artistico significa ostacolare una formazione culturale degna di questo nome, ma anche impedire la formazione di quel senso civico che tutti noi auspichiamo e che si sviluppa a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo Cultura. Se non si impara la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, come si potrà capire chi siamo e maturare quel valore imprescindibile del rispetto per i luoghi e gli spazi comuni?

Tale petizione è appoggiata anche da personalità quali Adriano La Regina, Salvatore Settis Cesare de Seta, e anche, recentemente, dall’assessore all’Istruzione della Regione Toscana Stella Targetti, che ha motivato così la sua adesione:

“Pensiamo a un giovane che vuol fare il geometra o il grafico oppure aspira a lavorare nel mondo della moda, e chiediamoci se può fare a meno della materia che gli insegna a conoscere l’immenso patrimonio storico-artistico italiano e a padroneggiare il linguaggio estetico. La risposta – prosegue – è scontata ed è per questo che trovo inspiegabile il sacrificio di una materia come la Storia dell’arte, oltretutto in una crisi economica nella quale ci sarebbe ancora più bisogno di valorizzare le risorse migliori del nostro Paese”

Eppure notizie come questa dovrebbero far agire immediatamente chi di dovere. Senza indugi.

Via | Unità

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ultimo aggiornamento: 10-10-2013