Il sindaco Bloomberg che condanna Banksy è un po’ in controtendenza, visto che molti newyorchesi amano gli stencil dell’artista di Bristol, ma deve fare un po’ la parte del ‘cerchiobottista’. Il punto di partenza è che qualsiasi azione di arte urbana non autorizzata è di fatto illegale e chi la compie va considerato un vandalo. Ecco perché, riecheggiando le parole del suo predecessore Rudolph Giuliani, Bloomberg ha dichiarato pubblicamente che i graffiti sono “un segno di perdita di controllo e di degrado […] e violano la proprietà di qualcuno o la proprietà pubblica… non dovrebbero essere permessi“.
Ve lo immaginate che potrebbe succedere se il primo cittadino della città che ha dato i natali al movimento del writing si dichiarasse favorevole alla street art ed ai graffiti? Non importa se si tratti di Banksy o di un anonimo, la condanna di Bloomberg serve a tenere sotto controllo la situazione ed ogni tanto viene accompagnata da fatti concreti. Sembra infatti che la scorsa settimana i poliziotti abbiano colto sul fatto nella zona di Brooklin Heights il più famoso stencil artist del mondo e abbiano prontamente rimosso il suo pezzo.
Lo scorso venerdì 18 ottobre la vacanza dell’inglese in terra d’America sembrava poter finire, a seguito delle notizie pubblicate sul New York Post la polizia sarebbe stata in giro per “Get Banksy!” (“Prendete Banksy!”). Ad oggi però la situazione è ben diversa, non c’è alcuna indagine nei confronti di Banksy attivata presso il Dipartimento di Polizia di New York, perché non c’è nemmeno nessuna denuncia. Come potrebbe essere arrestato un artista che si dimostra spesso geniale, il Re Mida dell’arte contemporanea, in grado di esprimersi con ironia, freschezza e una buona dose cinismo alla stessa altezza delle cose e della gente, per strada? Oggi che i riflettori dei media di tutto il mondo mostrano il suo lavoro in diretta, Banksy non può essere condannato, né tantomeno esser considerato un vandalo cattivo.
E fin qui parliamo solo del valore simbolico e culturale, ma se ci addentriamo nell’ambito economico, ne vedremo delle belle. Sì perché c’è chi, come Josa Goya, amministratrice di una palazzina a Williamsburg, Brooklyn, dove l’artista di Bristol ha colpito, ha recintato il lavoro e vuole venderlo per 1 milione di dollari. Nel frattempo in città è caccia agli anonimi compratori che si sono portati a casa per 44 euro degli stencil originali nell’anonimo banchetto-beffa a Central Park.

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ultimo aggiornamento: 21-10-2013