Dimenticate, o meglio, illudetevi di dimenticare la realtà per la retrospettiva dal titolo Scopophilia che si inaugurerà il 21 Marzo 2014 alla Gagosian Gallery di Roma. L’illusione durerà poco e quando la mostra chiuderà i battenti il 24 Maggio vi accorgerete che le fotografie di Nan Goldin vi hanno tenuto con i piedi per terra più del solito. L’anima underground delle slide show realizzate da Nan Goldin che da quarant’anni rimandano ai retroscena della società america questa volta traggono spunto dall’arte europea del Museo del Louvre. Il museo francese, promotore del progetto, ha concesso a Nan Goldin di lavorare sei mesi nelle sale per entrare in stretto contatto con le opere d’arte.

La passione per il guardare, così si traduce Scopophilia dal greco, per Nan Goldin (Washington nel 1952) avrà rappresentato il motore principale da cui partire. La fotografa, famosa in tutto il mondo, per aver immortalato situazioni reali al limite del consentito e soggetti a lei cari, amici e familiari, “la sua gente” come li definisce, si è trovata a contatto con soggetti diversi da quelli per lei usuali, lontani nello spazio e nel tempo: l’odalisca di Ingres, le donne di Courbet, la Psiche di Canova, la Maddalena di George de La Tour o l’Ermafrodito Dormiente di età greca.

Eppure l’apparente lontananza, sembra essersi risolta nei nuovi scatti, che uniscono i soggetti del passato a quelli del presente con l’impressione di vederli tornare a vivere. I momenti scelti dagli artisti conservati al Louvre però, si caricano di un sentimento più proibito quando rivivono nelle immagini di Nan Goldin in una prospettiva contemporanea che aumenta le aspettative di noi osservatori, facendoci rimanere sospesi nell’istintivo piacere di guardare. E se la trasgressione è stata la caratteristica delle fotografie dagli anni ’70 ad oggi, in Scopophilia diventa meno esplicita, ma capace di smascherare il perbenismo, a cui l’arte non è stata mai abituata.

Nel passato molti artisti, ad esempio gli impressionisti, scoprono il piacere degli scorci impensabili dipingendo dal buco della serratura delle camere da letto delle signore. Il corpo femminile o androgino, modello di grazia e sensualità, a volte controversa, diventa il fulcro della curiosità anche per Nan Goldin, che va oltre il piacere dell’osservare per avvicinarsi alle tematiche dell’esistenza attraverso lo sguardo. La vista, uno degli organi di piacere meno scontato, cattura brandelli di identità che si perdono e si ritrovano, si mascherano e si trasformano nel corpo.

La retrospettiva, sarà un’occasione per conoscere la personalità di Nan Goldin mescolando alle foto del nuovo progetto anche quelle della sua indiscussa (e quanto mai discussa) carriera. Gli scandali sollevati dall’opinione pubblica hanno reso il suo percorso artistico qualcosa di più, accendendo i riflettori su temi sociali cruciali e taciuti, come il dilagare dell’AIDS a New York negli anni ’70 attraverso le foto degli amici sul letto d’ospedale, o come la violenza sulle donne con la foto One month after being battered, un autoritratto dell’artista con il viso livido dopo le violenze subite dal compagno. Mai la fotografia è entrata così a fondo nelle viscere dell’esistenza diventando unico metodo per riconoscersi e per ricordare ciò che gli occhi hanno vissuto.

Alla Gagosian troveremo soggetti nuovi, ma sempre liberi di infrangere il gioco di potere che si instaura tra fotografo e fotografato, “fingendo” di non essere osservati. Le foto rigorosamente a colori sono un filo diretto con la realtà e ci invitano a saperne di più, oltre lo sguardo per un voyaierismo della mente che porta ad interrogarsi su dove finiscano le loro emozioni e dove inizino le proprie.

Gagosian Gallery di Roma:

Via Francesco Crispi 16
00187 Rome
Ingresso: Gratuito

Foto| Artnet e IoDonna

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ultimo aggiornamento: 19-03-2014