La contaminazione è alla base dell’identità contemporanea e dell’arte di Yinka Shonibare MBE che, nato a Londra nel 1962, ha fatto la spola tra Inghilterra e Nigeria suo paese d’origine, mescolando le carte di due culture l’africana e quella europea. Alla Brand New Gallery di Milano il 26 Marzo gli è stata dedicata una personale, aperta fino al 10 Maggio 2014, che riflette da una parte la fascinazione dell’artista per le stoffe e i tessuti tradizionali dell’Africa, dall’altra la vicinanza ad aspetti culturali e politici dell’Europa. Tra le opere esposte alla Brand New Gallery ci sono installazioni, un film, sculture e fotografie dove protagonista è l’uomo, o meglio un aristocratico vittoriano caduto in disgrazia, che venuto direttamente dall’800 inglese fa rivivere antichi ideali romantici soggetti a non poche contaminazioni. Desiderio, amore, potere e repressione sessuale segnano il culmine di una storia dagli esiti controversi, così come lo è la storia sociale di tutti i tempi, in cui le azioni individuali e collettive condizionino la nostra esistenza e i nostri bisogni naturali.

Le 5 fotografie esposte sono state realizzate pensando a veri e propri set cinematografici e fanno parte della serie Fake Death Picture in cui l’accettazione del proprio destino è simboleggiata dalla morte che volendola spiegare con le parole della filosofia indiana significa accettare l’esistenza del fato che comporta un suicidio, in quanto toglie ogni responsabilità all’essere. Le foto, che potrete vedere sul sito della galleria con modalità zoom, sono “imitazioni” di dipinti dell’ottocento con una visione piuttosto romantica della morte propria del genio incompreso: il sucida di Manet, la morte di Chatterton del pittore londinese Wallis, la morte di Leonardo da Vinci di Menageot, quella di San Francesco di Carducho e il sarcastico suicida di Alenza sono riprodotte realmente dall’artista comunicandoci il tramonto di un mito romantico anche attraverso l’ironia. Infatti Yinka Shonibare stempera l’atmosfera con il particolare inusuale rivelando la fine di un’identità presa forse troppo sul serio. L’ibridazione culturale è data dal protagonista (lo stesso per tutte le foto), vestito in abiti inglesi di “manifattura africana”. Una reminescenza dandy molto piacevole che fa emergere il contrasto tra classe aristocratica ed etnia, tra arte alta pittorica e bassa artigianale e le relazioni colonizzatore-colonizzato.

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Se lo zoom non vi basta per percepire l’energia della cultura africana, per la quale gli abiti sono importanti non solo per vestirsi, ma per comunicare valori politici e sociali, li potrete vedere materializzarsi in due installazioni di costumi occidentali con dettagli d’epoca, ma con variopinte fantasie di motivi geometrici e floreali della tradizione africana. Si scoprirà che nella fantasia dell’artista gli abiti appartengono all’ammiraglio Nelson, personaggio emblematico per la storia dell’Inghilterra e per l’arte di Yinka Shonibare (a cui si è accostato con la scultura di Trafalgar Square a Londra-vedi video) e alla sua ex moglie Frances Nisbet, detta Fanny.

Fanny è la donna sofferente del film in mostra: Addio del Passato, tratto dalla Traviata di Giuseppe Verdi, che prende il posto di Violetta, moglie del personaggio. Fanny è affranta per l’abbandono del marito che canta nella romanza come i sogni ridenti siano ormai lontani e così anche le occasioni per vivere il loro amore. Per lei il destino è segnato dalla decisione di Nelson che preferirà Emma Hamilton. La figura di Nelson è di un uomo diviso tra doveri privati di una moglie che supplica il suo ritorno e doveri pubblici dell’Inghilterra in attesa che ogni uomo compia il proprio dovere; Nelson invece morendo a Trafalgar, dove la flotta inglese aveva battuto quella franco-spagnola, delinea la sorte dell’Inghilterra e la propria: di ammiraglio presente sempre là dove si giocava il futuro del paese. L’ammiraglio Nelson, che di vanità, come raccontano i biografi ne aveva da vendere, si compiacerà delle decorazioni e delle stoffe che Yinka Shonibare gli ha cucito addosso rendendolo più africano e un pò meno inglese. Nelson diventa l’ammiraglio di patrie ormai confuse.

Anche la Fox Girl, la ragazza-volpe della scultura che ha presentato all’Expo di Chicago del 2012, l’occasione è giusta per indossare un bell’abito e poco importa se sta impugnando una pistola pronta alla rivoluzione. Perchè la cultura africana lo insegna: ogni occasione è giusta per indossare un bell’abito, ovvero ogni occasione è giusta per cercare la felicità.

Informazioni:

Brand New Gallery, Milano
via Carlo Farini 32

Orari d’apertura

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da Martedì a Sabato: 11.00-13.00; 14.30-19.00

Foto| Brand New Gallery, Milano

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ultimo aggiornamento: 31-03-2014