“È lei che ha fatto questo orrore?”
“No, è opera vostra”

E’ entrato nella storia questo scambio di battute tra il pittore Pablo Picasso e l’ambasciatore tedesco Otto Abetz, di fronte ad un’immagine dell’opera “Guernica”, quadro ispirato dal bombardamento aereo della città omonima durante la guerra civile spagnola (26 aprile 1937).

Da quel giorno terribile, in cui morirono circa 200 civili, sono passati 77 anni, ma ancora oggi è possibile comprendere, anche con un solo sguardo, il profondo impatto emotivo che il bombardamento ebbe sugli artisti dell’epoca – Picasso in primis -.

“Guernica” (olio su tela, 349 cm × 776 cm) fu dipinto nel 1937.

Per realizzarlo Picasso pare abbia preso spunto da un articolo di giornale, e con la realizzazione del quadro – caratterizzato da toni scuri, corpi deformati e linee affilate – manifestò la sua opposizione ai regimi totalitari (in “Guernica” infatti non ci sono elementi che si ricollegano in modo preciso alla vicenda, ma sembra più una rappresentazione della violenza in generale).

Per incarico del governo repubblicano spagnolo il quadro avrebbe dovuto decorare il padiglione allestito presso l’Esposizione mondiale di Parigi del 1937, ma quando il governo repubblicano cadde Picasso non permise di esporre il dipinto in Spagna.

“Guernica” fu conservato quindi per molti anni al Museum of Modern Art di New York e tornò in Spagna solo nel 1981, 8 anni dopo la morte dell’artista, e 6 anni dopo la morte di Francisco Franco, il dittatore che governò la Spagna dopo la vittoria nella guerra civile dal 1939 al 1975 – periodo conosciuto come ‘franchismo’.

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Fonte | Wikipedia

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ultimo aggiornamento: 26-04-2014